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Torino: Fassino soffia sul fuoco dell’intolleranza

A volte la politica dimostra di poter cadere più in basso di quanto uno si aspetterebbe.
L’ex sindaco di Torino Fassino piuttosto che rinchiudersi in un più utile silenzio mostra di nuovo di che pasta è fatto, non pensandoci due volte a cavalcare il mantra della guerra tra poveri pensando così di riguadagnare un po’ di quel consenso perso in blocco dalle periferie parlando di un “problema immigrazione” e di graduatorie che favoriscono gli immigrati.

Un gioco squallido, pericoloso e ingenuo quello che sta facendo Fassino. Ingenuo perché se pensa che facendo un’uscita in stile leghista riesca a cancellare 20 anni di politiche di abbandono sul tema dell’abitare e un lavoro di taglio sistematico dei servizi pubblici nonché l’incapacità di dare un futuro reale in tema di occupazione e lavoro si sbaglia di grosso.

Squallido perché dopo aver costruito l’immagine di una amministrazione che lavorava per l’integrazione non ci pensa due volte a giocare sulle spinte razziste che purtroppo attraversano la società, confermando quanto strumentali siano state le politiche in quel verso.

Pericoloso perché soffiare sul fuoco dell’intolleranza, tra l’altro dopo aver creato le condizioni per il suo dilagare, non può che legittimare situazioni che all’estremo possono portare a tragedie come quella di Fermo di pochi giorni fa.

Fassino gioca su questo perché sa che a queste amministrative il nemico principale da colpire è stato riconosciuto in chi dall’alto ha governato e non nel migrante che vive e subisce l’abbandono dal basso delle periferie.

 

Asia Usb Torino

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1 Commento


  • Luigi

    Si vergogni…ora mi dispiace molto meno che abbia perso.

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