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Vasto come Memphis? Poliziotto con il taser contro un commerciante

Le immagini sembrano mutuate da quelle, più drammatiche, che spesso arrivano dagli Stati Uniti, ma il grave fatto è avvenuto a Vasto, una cittadina sul mare in provincia di Chieti dove un agente di polizia ha utilizzato il taser contro un commerciante durante un fermo nato da un banalissimo diverbio. L’utilizzo del taser – ripreso in video – è avvenuto in assenza di qualsivoglia “pericolo”, come invece è specificamente indicato nelle regole di utilizzo.

L’abuso di polizia è stato però  ripreso da un testimone presente davanti alla pescheria di via Crispi con un telefonino. Guarda il VIDEO

Le immagini mostrano una discussione animata tra un commerciante – Giovanni De Rosa – e un poliziotto che poco prima aveva fermato diversi clienti della pescheria: l’agente avrebbe chiesto all’interlocutore di mostrare i documenti e l’altro gli avrebbe risposto di non averli con sé e di dover tornare a lavorare.

Il poliziotto a quel punto ha intimato al commerciante di seguirlo in commissariato: “Sto lavorando“, è stata la risposta ottenuta. Ne nasce così discussione, ma del tutto pacifica, anche se spesso si sentono pronunciare minacce di arresto.

Ad un certo punto uno dei due poliziotti ha estratto il taser, la pistola elettrica in dotazione alle forze dell’ordine emettendo una scarica (al secondo 37 del video) e minacciando di rivolgere l’arma nei confronti del commerciante e di sua moglie, nel frattempo accorsa in suo aiuto.

Ti devi mettere giù, ti sparo col taser“, dice l’agente. “Lasciatelo“, urla la donna, prima di cadere a terra. Qualcuno da dentro grida: “Si è appena operato“, mentre la donna dice al poliziotto: “Sei un animale“.

Dopo aver riposto il taser nella custodia l’agente, supportato da un collega, è passato alla “modalità amerikana” scaraventando per terra il commerciante e ammanettandolo.  Il commerciante, reduce da un’operazione all’inguine molto recente, ha cercato di spiegare che non poteva mettersi in determinate posizioni.

Paradossalmente uno dei presenti ha chiesto l’intervento dei carabinieri, avvertendo che si stava operando un chiaro abuso. Fin qui quello che è stato possibile documentare attraverso il video.

Ma il calvario del pescivendolo Giovanni De Rosa non è finito qui. Infatti una volta condotto nel commissariato di polizia di Vasto, e lì gli abusi sono proseguiti, nonostante i postumi della recente operazione all’inguine.

Secondo quanto ha dichiarato il commerciante a Fanpage “Mi hanno portato in una stanza. Eravamo io e i due agenti di polizia che mi avevano fermato: mi hanno fatto denudare, poi mi hanno fatto chinare e perquisito anche nelle parti intime. Non ho potuto oppormi. Fortunatamente poco dopo sono arrivati i miei avvocati e hanno calmato gli animi dei poliziotti“.

La versione dei poliziotti è stata affidata al loro legale, l’avvocato Fiorenzo Cieri, il quale secondo quanto riferito dal sito locale ChiaroQuotidiano.it, afferma che “nel video si vede solo ciò che è accaduto dopo, ma si tratta della conseguenza di ciò che era avvenuto in precedenza. Non è stato sparato alcun dardo con il taser, che ha emesso solo un segnale sonoro usato come deterrente. I miei assistiti – aggiunge – quereleranno, persona per persona, tutti coloro che si sono resi autori di commenti offensivi. Mi meraviglio della facilità con cui non si ha rispetto per la divisa“.

Viene da dire che, come in ogni aspetto della vita sociale, il rispetto va meritato.

L’Osservatorio Repressione segnala quanto riporta la pagina web locale Primonumero, la quale rammenta che l’agente di polizia protagonista dell’accaduto a Vasto, non è nuovo a episodi che hanno fatto discutere.

La sera del 7 febbraio 2019 infatti, mentre insieme a un collega dava la caccia a una banda di rapinatori che aveva appena ripulito una gioielleria, l’agente sparò diversi colpi di pistola contro un’auto scambiata per quella dei rapinatori. Uno dei proiettili si fermò a pochi centimetri dal finestrino del lato passeggero e solo per miracolo nessuno restò ferito.

In sede civile le due vittime, due residenti del luogo, sono state risarcite, non si ha notizia invece della conclusione del processo penale.

Le forze dell’ordine, secondo i recenti provvedimenti adottati,  adesso possono avvalersi del Taser – una pistola elettrica che rilascia scariche immobilizzanti – ma il suo uso è previsto entro determinati limiti di proporzione rispetto al pericolo in corso e decisamente non è il caso di quanto abbiamo visto a Vasto.

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1 Commento


  • Daniele

    Ovviamente in molte caserme si respira una aria da giustizieri. Molti non riescono a capire che sono al servizio dei cittadini, nonil contrario, devono combattere il crimine non i lavoratori. Ciò detto vi sono chiare responsabilità dello stato che evita di introdurre una formazione specifica, non sulla repressione, sulla Costituzione per almeno sei mesi, prima ancora di lasciarli liberi di abusare del ruolo e la divisa che spesso trasforma alcuni in arroganti ed indisponenti pericolosi personaggi in divisa.

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