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La morte di Ramy: è omicidio volontario

Ne avevamo sentite di ogni da parte delle voci più disparate: giornalisti, inquirenti, poliziotti, politici di centrodestra e sedicenti “democratici”.

Tutti a giurare che si era “probabilmente” trattato di un incidente, una “coincidenza”, un “fatto sfortunato” che comunque non poteva mettere in discussione la “grande professionalità”, “l’umanità”, la “misura” delle forze dell’ordine. In primo luogo dei carabinieri.

I più reazionari naturalmente scendevano ancora più in basso, dividendosi solo tra chi diceva che “se l’era cercata” e chi sentenziava che “se l’era meritata“.

Stiamo parlando di un ragazzo italiano, di “seconda generazione”, nato e cresciuto qui tra noi. Un lavoratore di quelli che guadagnano poco e che una sera si era ritrovato su uno scooter guidato da un amico, che però non aveva la patente e quindi ha provato a sottrarsi ad un banale fermo.

Il video che ora sta circolando registra immagini e voci dei carabinieri a bordo della macchina con cui lo inseguivano.

E’ incontrovertibile che i “caramba” abbiano tentato più volte di far cadere i due ragazzi, toccandoli in corsa o tamponando lo scooter, imprecando ogni volta che non ci sono riusciti

E’ incontrovertibile che abbiano infine violentemente tamponato il mezzo spingendolo contro il muretto dove ha trovato la morte Ramy e il suo amico è andato in coma.

E’ incontrovertibile che quei carabinieri e altri arrivati sul posto abbiano obbligato, contro ogni legge, i testimoni a cancellare i video che provavano la loro colpevolezza. A nascondere le prove, insomma, com’era avvenuto con Stefano Cucchi e altre centinaia di ragazzi e non che erano morti per mano delle mille polizie italiane. Un altro reato grave per nasconderne uno terribile.

Quello di Ramy – per le modalità con cui è stato consumato e la volontarietà di ogni mossa compiuta, indipendentemente se indossa una divisa oppure no – secondo il codice italiano è un OMICIDIO VOLONTARIO.

Senza se e senza ma…

A voi giudicare:

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2 Commenti


  • Pasquale

    Le mele marce vanno espulse da ogni contesto prima che il contesto stesso si imputridisca.


  • Gabriele

    buon sangue non mente,il dna dei questurini che si è andato definendo tra gli anni 70 e 80 si manifesta ancora oggi a più riprese,allora le vittime preferite erano compagni e compagne da stuprare torturare e uccidere a sangue freddo anche quando erano indifesi a mani alzate,ora si divertono con gli immigrati

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