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La BCE molto preoccupata delle tensioni in Medio Oriente

“I disordini politici in Medio Oriente e nelle regioni del Nord Africa presentano rischi al ribasso per l’attività economica e rischi al rialzo per lo sviluppo dei prezzi nella zona euro nel breve termine” si legge sul bollettino Bce di aprile. “Nel medio termine, la transizione politica nella regione, accompagnata dalle riforme economiche, potrebbe avere il potenziale per elevare la crescita e sviluppare stabilità nei paesi a sud della zona euro”. Ma secondo la Bce le ripercussioni sull’economia dell’area dell’euro potrebbero essere pesanti soprattutto per quanto riguarda i prezzi dell’energia, petrolio e gas. Non solo: le turbolenze potrebbero influire sull’area anche per un possibile aumento dell’avversione al rischio su scala mondiale e una crescita dell’immigrazione incontrollata. I prezzi del petrolio, rileva la Bce, costituiscono il collegamento essenziale tra gli andamenti politici nella regione mediorientale e nordafricana, l’economia mondiale e quella dell’area dell’euro. Le quotazioni del greggio di qualità Brent sono infatti salite di oltre il 25% dagli inizi di gennaio 2011, con la rivolta popolare in Tunisia, raggiungendo livelli particolarmente elevati sulla scia delle turbolenze in Libia. Gli sviluppi nei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, osserva la BCE, ”tendono ad accrescere il premio per il rischio geopolitico incorporato nei corsi petroliferi, dato il ruolo cruciale svolto da tali economie nelle forniture energetiche su scala internazionale. Esse producono oltre il 40% del petrolio e possiedono due terzi delle riserve di greggio a livello mondiale”.

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