ma molto amplificato dal forte rallentamento della crescita cinese e dal terremoto elettorale spagnolo, che crea problemi di credibilità per il governo Zapatero, costretto ad applicare “riforme” economiche che ne mineranno ancor di più la popolarità. Non scompaiono, naturalmente, né i problemi devastanti della Grecia né quelli, altrettanto rilevanti, dell’Irlanda. Osservano alcuni operatori che «la questione va oltre la Grecia. Riflette l’incapacità dell’Ue di uscire da questa situazione, e rende gli investitori preoccupati al di là della questione greca».
La peggiore borsa d’Europa è stata per forza di cosa Milano. Il FTSE MIB ha ceduto subito il 2,9% e ha mantenuto questo livello per tutta la mattinata. Paga anche l’effetto cedole (la distribuzione dei dividendi, che deprezza di per sé i titoli): oggi staccano il dividendo ben 64 società quotate a Piazza Affari, di cui 26 nel paniere che compone l’indice Ftse Mib. Lo stacco, che interessa titoli del calibro di Eni e Intesa Sanpaolo, pesa nel complesso per l’1,9% sull’indice di riferimento FTSE MIB.
Ma erano andati già male i mercati asiatici, penalizzati dal dato molto deludente sull’economia cinese, con l’indice sulla produzione manifatturiera scivolato ai minimi degli ultimi dieci mesi. Il listino di Shanghai lascia sul terreno l’1,9%, male anche Mumbai (-1,8%) e Seul (-1,6%). La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo dell’1,5% con l’indice Nikkei sceso sotto i 9.500 opunti. Giù dell’8,99% le azioni di Tepco, la società elettrica di Tokyo che gestisce la centrale atomica di Fukushim
Ha immediatamente risentito dela situazione del debito pubblico continentale anche l’euro, che ha perso valore mentre il franco svizzero è schizzato al nuovo record per i timori di una ristrutturazione del debito greco. La moneta europea scende, per la prima volta in due mesi, sotto la soglia di 1,4 dollari.
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