Gli Stati Uniti hanno perso la “Aaa”, il rating più alto, quello che hanno avuto per tutta la loro storia finanziaria. La decisione shock dell’agenzia Standard & Poor’s, che ha rivisto ad “Aa+” la valutazione per la prima volta in 70 anni, è arrivata a mercati chiusi, nella tarda serata americana: Washington non ha fatto abbastanza per allontanare preoccupazioni di lungo termine e il debito americano non è più considerato tra gli investimenti più sicuri del mondo. Ora gli Stati Uniti sono al di sotto del Lichtenstein, allo stesso livello di Belgio e Nuova Zelanda. L’incubo peggiore per Barack Obama si è materializzato: da ora in poi sarà il primo presidente americano durante il cui mandato gli Stati Uniti hanno perso la valutazione massima e, con essa, parte della credibilità davanti al resto del mondo. Pesante il giudizio della Cina, primo Paese creditore degli Stati uniti, che già aveva accolto con freddezza l’adozione del piano per evitare il default Usa, denunciando il protrarsi del problema dell’enorme debito sovrano. La Cina ha il “diritto” di esigere che gli Stati Uniti affrontino il problema del debito, ha decretato stamattina il governo di Pechino con una nota affidata all’agenzia ufficiale Nuova Cina. Toni secchi, con note quasi sprezzanti: “I giorni in cui lo zio Sam, piegato dai debiti, poteva facilmente dilapidare quantità infinite di prestiti stranieri sono ormai contati”, fa saper al mondo Nuova Cina.
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