“Excusatio non petita”. Il riserbo di Monti sulle voci di una manovra finanziaria aggiuntiva di lacrime e di sangue è più inquietante di una ammissione. Il rialzo dello spread e il tonfo – ampiamente previsto – della Borsa di Milano, sembrano indicare che la cura da cavallo imposta dal governo e dall’Unione Europea all’Italia non produca alcun effetto sulla crescita economica, al contrario lo precipitano ben dentro la recessione. Del resto è noto che i cosiddetti mercati finanziari ragionino con una logica tutta loro e del tutto indipendente dalle dolorose misure imposte a lavoratori, pensionati, disoccupati. Secondo alcune fonti, tra il 51 e il 53% delle transazioni finanziarie internazionali vengono fatte in automatico da computer programmati per spostare capitali fittizi da una parte all’altra del mondo sulla base di parametri sui quali le misure dei governi o delle banche centrali sono del tutto irrilevanti.
Le voci su una manovra aggiuntiva del governo Monti nei prossimi mesi, erano circolate nei giorni scorsi sulle pagine del Financial Times che riferiva di un documento riservato dell’Eurogruppo nel quale si ventilava la necessità di una nuova manovra di aggiustamento sui conti pubblici italiani. Monti ha smentito questa illazione, ma la cosa somiglia più ad una fuga di notizie che ad un auspicio delle intendenze dei mercati finanziari. E’ il Sole 24 Ore di oggi a riprendere e ventilare questa ipotesi.Nel dare conto degli abbottonati commenti di Monti sul rialzo dello spread tra titoli italiani e Bund tedeschi, Lina Palmerini, commentatrice sempre ben informata scrive: “Dalla nota ufficiosa di Palazzo Chigi arrivano quindi due notizie: che le cause sono esterne alla situazione italiana e che non ci saranno misure correttive d’emergenza, come pure di tanto in tanto appare su qualche giornale. L’ultima volta è stato un paio di settimane fa quando il Financial Times scrisse di un rapporto riservato dell’Ue in cui si ipotizzava la necessità di un’ulteriore manovra correttiva italiana. Rapporto smentito. Così come Monti smentì la prospettiva di nuovi aggiustamenti di finanza pubblica. E ieri, di nuovo, dal Governo si conferma che si va avanti così. Anche se molti facevano notare come non fosse esclusa del tutto l’ipotesi ma solo che è «prematuro» parlarne ora”. In sostanza, ci dice il quotidiano della Confindustria, quella di Monti non è una smentita ma solo la precisazione che è ”prematuro parlarne ora”. Logica vuole che può diventare maturo parlarne già domani.
Una ulteriore indicazione in questo senso, viene da Bill Emmott, ex direttore dell’Economist ed ora editorialista de La Stampa, il quale scrive oggi se “ se il presidente Monti è davvero determinato ad attenersi al patto fiscale europeo che ha firmato a dicembre, avrebbe bisogno di varare un’altra serie di manovre di bilancio, aumenti del prelievo fiscale e tagli di spesa. La mia scommessa è che questo probabilmente accadrà: che egli dovrà infrangere la promessa di non praticare quest’anno ulteriori tagli di bilancio”. La scommessa dell’ex direttore dell’Economist, non può che inquietare, sia per le sue frequentazioni sia perchè se uno come Emmott scommette su qualcosa ha in mano tutti gli elementi per voler vincere. Con un dettaglio. Se questi vincono le scommesse vuol dire che lavoratori, pensionati e disoccupati sono destinati a perdere.
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