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La Federal Reserve complice nella manipolazione del Libor

Ma si è ben guardata dall’intervenire. Un altro mito in frantumi, dopo la “capacità dei mercati di autoregolarsi” e l'”imparzialità delle agenzie di rating”.

Roba da spaventare persino il quotidiano di Confindustria, che ha messo su questo dossier davvero informativo. Come si vede, quando a essere toccati sono gli interessi, anche la fedeltà all’ideologia fa un passo indietro…

 

Scandalo Libor, la Fed sapeva fin dal 2007 ma le autorità Usa e britanniche non intervennero

di Nicol Degli Innocenti

LONDRA – Lo scandalo Libor avrebbe potuto essere evitato se solo le autoritá fossero intervenute con piú decisione. Nuovi documenti venuti alla luce rivelano che la Federal Reserve americana giá nel 2007 aveva avuto una “soffiata” da parte di un dipendente di Barclays che la sua banca, cosí come altre, pilotava il tasso interbancario e che il fixing non era quindi attendibile.

«La nostra sensazione è che il Libor non è realistico e non riflette il costo reale dei finanziamenti», scriveva l’anonimo banchiere. La “gola profonda” di Barclays nella sua email alla Fed aveva detto che la banca britannica aveva iniziato a manipolare il Libor «per adeguarsi a quello che facevano tutti gli altri». La Fed nel 2008 aveva informato la Banca d’Inghilterra dei timori sulla credibilitá del tasso interbancario e l’allora presidente Timothy Geithner, attuale segretario al Tesoro Usa, aveva proposto sei riforme per cambiare il sistema e prevenire abusi. Il governatore della Banca d’Inghilterra aveva girato le proposte alla British Banking Association, responsabile del Libor, che lo aveva assicurato che avrebbero tenuto conto delle preoccupazioni espresse e delle riforme proposte dalla Fed.

Poi peró nulla è stato fatto dalle autoritá Usa o britanniche, troppo prese dalla gestione della crisi finanziaria, e il fixing coordinato tra banche è andato avanti fino al 2009, come stabilito dall’indagine tuttora in corso. La Fed sostiene che l’email di Barclays era solo espressione di «voci di mercato», poco piú di pettegolezzi, e non rappresentava una prova di illeciti commessi. Peró secondo messaggi interni alla Fed del 2008 è evidente che i dirigenti sapevano che il problema era reale ma non sono intervenuti per bloccare gli abusi. «Le banche hanno una tendenza a sottostimare i loro costi reali di finanziamento per limitare le voci sui loro problemi di liquidità», aveva scritto un dirigente Fed.

Barclays è l’unica banca che finora ha ammesso le responsabilità dei suoi trader nel manipolare il tasso interbancario e ha pagato una multa di 290 milioni di sterline per chiudere la vicenda. Lo scandalo ha portato alle dimissioni del presidente Marcus Agius, dell’amministratore delegato Bob Diamond e del chief operating officer Jerry del Missier. Almeno altre dodici banche sono coinvolte, tra cui Citigroup, Ubs e Deutsche Bank, e si prevede che nelle prossime settimane le autorità confermeranno il loro ruolo nello scandalo e le multe che devono pagare.

 

 

Libor, il costo del contenzioso: le banche potrebbero pagare fino a 22 miliardi

Chiara Albanese

Fino a sei miliardi di dollari in multe e fino a 22 miliardi di danni per le perdite inflitte a investitori e controparti. Sarebbe questo il costo del contenzioso per le banche coinvolte nello scandalo relativo alla manipolazione del tasso interbancario Libor.

Secondo una ricerca pubblicata oggi da Morgan Stanley, le 16 banche attualmente nel mirino delle authority anglosassoni potrebbero perdere fino al 13% dei ricavi del 2012 a causa delle multe, risarcimenti ai consumatori e parcelle dei legali che le stanno seguendo nel processo.

In particolare, Royal Bank of Scotland e Deutsche Bank potrebbero essere le più colpite in quando hanno la maggiore esposizione ai derivati il cui prezzo è calcolato sulla base del Libor. Secondo gli analisti della banca americana, la spesa arriverebbe a 1,06 miliardi di dollari per Rbs e 1,04 miliardi per Deutsche. Una spesa che si rifletterebbe anche nei conti del 2013 e 2014.

Oltre alle multe imposte delle autorità, queste cifre includerebbero il costo della difesa legale dalle class action che le banche si preparano ad affrontare nei diversi mercati. Sempre secondo Morgan Stanley, circa il 30% delle cause iniziate porterà a un risarcimento per il consumatore.

Intanto, la Federal Reserve americana si prepara a rendere noti domani i documenti relativi alla manipolazione del Libor. I documenti, secondo un portavoce della banca centrale americana, dimostrano che la Federal Reserve aveva iniziato da tempo una campagna per riformare il tasso di riferimento per i prestiti interbancari, al cuore dello scandalo scoppiato la scorsa settimana.

 

 

I signori che decidono il nostro Libor. Non solo Barclays, ecco le altre banche nel mirino. Contratti da 800mila miliardi di dollari

Barclays, la seconda banca inglese per asset, ha ammesso che dirigenti e operatori hanno cercato di manipolare il tasso Libor dal 2005 al 2009. Per questo l’istituto ha patteggiato il pagamento di una sanzione di 451 milioni di dollari commissionata dalla Fsa (Financial Services Authority), dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e dalla Commodity Futures Trading Commission degli Stati Uniti. Per questo motivo ieri il presidente di Barclays, Marcus Angius si è dimesso dalla guida della banca inglese e dalla guida della British Banker Association (Bba), il gruppo che supervisiona e pubblica quotidianamente le quotazioni degli indici Libor. E per questo motivo si è dimesso stamani anche Bob Diamond il ceo dall’eterno sorriso.

Le altre banche nel mirino
Barclays non è l’unica banca nel mirino nel cosidetto “scandalo Libor”, la Financial Services Authority ha accusato il sistema bancario di vendite truccate di prodotti finanziari a migliaia di piccole e medie aziende e annunciando un accordo riparatorio con la Royal Bank of Scotland, Lloyds Tsb, Hsbc.

Secondo l’agenzia Bloomberg i regolatori starebbero indagando, tra i nomi più importanti, anche su Citigroup, Ubs, Icap, e Deutsche Bank.

Come si calcola l’indice Libor
Gli indici Libor sintetizzano la media dei tassi a cui un panel di banche dichiara di prendere in prestito fondi non garantiti sulla base di 15 scadenze diverse, fino a un massimo di 12 mesi. Nel complesso, il panel di banche utilizzato per il calcolo degli indici Libor da parte della Bba oscilla tra 6 e 18, a seconda della valuta di riferimento. Gli indici Libor , infatti, vengono espressi in 10 valute differenti (dollaro Usa, sterlina, euro, franco svizzero, yen, dollaro canadese, dollaro australiano, dollaro neozelandese, corona danese, corona svedese).

I contratti agganciati al Libor
Al pari degli indici Euribor, che sintetizzano i tassi interbancari dichiarati da un panel di 43 banche soprattuttuo europee e che lo scorso ottobre è finito nel mirino dell’Antitrust sul sospetto di manipolazioni degli Euribor, gli indici Libor sono utilizzati per calcolare i tassi applicati su prestiti a famiglie e su contratti derivati. Secondo la Commodity Futures Trading Commission sono legati al Libor più di 800mila miliardi di dollari in titoli e prestiti, compresi 350mila miliardi in contratti swaps e 10mila in prestiti, fra cui quelli per casa e auto.

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