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L’Italia salvata? Tutto è dipeso dalla Bce

La realtà è cattiva. Soprattutto con i mentitori di professione. E Monti, in queste ultime ore di campagna elettorale, ne spara quasi più del Berluska dei tempi migliori.
Parliamo dal “salvataggio dell’Italia”, che tutti i giornali servi gli riconoscono come merito indiscutibile. La vulgata del discorso montiano è semplice: lo spread era arrivato a 575 punti, sono arrivato io con le mie “riforme” lacrime e sangue e l’ho portato (limite inferiore) sotto i 270.
Vero? Le date sembrerebbero confermarlo, ma i movimenti di capitale effettivi dicono ua cosa diversa. Vediamoli.

Fra il 2011 e il 2012, al tempo del contestato (dai tedeschi) acquisto di titoli di Stato dei Paesi in difficoltà, la Bce ha acquistato 102,8 miliardi di euro di bond italiani. Un record assoluto fra i titoli dei paesi dell’Eurozona. Il programma Smp (Security markets program), reso noto solo oggi dalla Bce, si è manifestato poi con acquisti di titoli di Spagna (44,3 miliardi), Grecia (33,9), Portogallo (22,8) e Irlanda (14,2).
Diciamo perciò che un intervento così massiccio sul mercato dei titoli di stato ha avuto effetti immediati assai più consistenti di qualsiasi programma di “riforme”, i cui effetti “benefici” – se mai ce ne dovessero essere, ma lo mettiamo apertamente in discussione – si sarebbero potuti vedere comunque da fine 2011 a qualche anno dopo.
L’importanza delle “riforme” montiane, affidate a una professionista dello spolpamento dei poveri come Elsa Fornero, è consistita in altro: ha confermato ai mercati finanziari che l’Italia era in “mani affidabili” dal loro punto di vista. Quindi pronta a fare della propria popolazione carne da macello per qualsiasi ristrutturazione, speculazione, “ridisegno” privatamente profittevole. Un effetto politico, dunque, non tanto economico.

Ma nemmeno la Bce – ricordiamo: un’istituzione che non dipende dagli Stati, che non risponde a nessun input democratico, governata da sacerdoti-tecnici che si scelgono fra loro – lavora gratis. Non “stampa soldi” come la Federal Reserve o la Banca del Giappone, ma non regala niente a nessuno.

La Bce ha infatti chiuso il 2012 con un utile netto in aumento del 37%; 998 milioni, mentre l’anno precedente erano stati 728 milioni. Il segreto? I movimenti del margine di interesse. L’acquisto di titoli è infatti avvenuto a un determinato prezzo (molto basso, quando le spread era altissimo). Ma poi sono stati rivenduti, quando il prezzo (abbassandosi lo spread) era salito. E quindi ha realizzato dei guadagni consistenti.
1,108 miliardi (un miliardo circa l’anno prima) derivano infatti proprio dai titoli di Stato acquistati dall’Eurotower nel quadro del programma Smp diretto ad arginare la crisi debitoria europea.
Sembra paradossale, ma il “salvataggio” che i tedeschi temevano, pensando che avrebbero dovuto farsi carico loro dei debiti delle “cicale mediterranee”, ha prodotto – grazie a semplici quanto prevedibili quanto manipolabili “meccanismi di mercato” – un guadagno per chi lo effettuava.
I titoli di Stato greci hanno per esempio fruttato 555 milioni in margine di interesse (654 milioni nel 2011).

Insomma: Monti, non ti vantare di nulla. Non è proprio il caso.

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