Secondo il dirigente incaricato di vigilare sulle attività delle società e della Borsa, il risanamento dei conti pubblici “non può che realizzarsi in un quadro di crescita economica” come condizione indispensabile “per migliorare i parametri di finanza pubblica sui quali vengono costruite le manovre”. Importante una delle conclusioni a cui giunge Vega intervenendo in un convegno alla presenza del premier Enrico Letta e cioè che il risanamento “non può che avvenire attraverso un approccio più graduale rispetto a quanto oggi previsto dal fiscal compact”.
Ma Vegas ha aggiunto qualcosa di più. L’effetto contagio sullo spread è finito e gli attuali livelli del differenziale tra titoli di Stato italiani e Bund tedeschi rispecchiano l’andamento dell’economia reale italiana. Secondo Vegas, in sintesi, l’attuale situazione di crisi non è più dovuta all’effetto contagio dello spread, ma alle criticità dell’economia reale. Lo scenario è dunque mutato rispetto a quello dello scorso anno che aveva spinto lo stesso presidente della Consob a parlare di «dittatura dello spread». Nel 2012 questo era «un risentimento comprensibile», ma ora sono trascorsi 12 mesi ed é stato «superato quel momento«. Il che significa che l’attuale livello dello spread, intorno ai 260-270 punti base, «è imputabile solo a noi stessi». E proprio per questo, ha evidenziato Vegas, «il nostro nemico non è più fuori di noi e dentro gli inafferrabili mercati, ma nelle imprese che chiudono e nel lavoro che manca».
Ma i mercati dell’Eurozona restano ancora esposti al rischio contagio ha affermato Vegas, il quale ha invitato a interpretare i segnali di crescita fatti registrare dai mercati finanziari nel 2012 e nei primi mesi del 2013 senza lasciarsi andare a entusiasmi, “La tregua è fragile”, ha detto Vegas che durante il suo intervento ha parlato di un “perdurante quadro di incertezza” e ha sottolineato che in questo contesto “le prospettive dell’attività economica nell’Eurozona rimangono deboli”. In particolare, ha spiegato, «i mercati continuano a essere esposti a comportamenti emulativi da parte degli investitori e a fenomeni di contagio che allontanano i corsi azionari dai valori fondamentali delle imprese e dunque la funzione di canalizzazione del risparmio nel risulta gravemente compromessa.
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