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Prezzi del petrolio manipolati, la Ue indaga sulle compagnie

I funzionari europei hanno iniziato ad indagare su diverse grandi compagnie petrolifere, tra cui Shell, BP e la Statoil norvegese, sospettate di aver manipolato i prezzi del petrolio a livello mondiale per più di un decennio.
La Commissione europea ha reso noto che funzionari antitrust hanno svolto ispezioni a sorpresa in tre paesi europei martedì scorso.
“La Commissione teme che le società abbiano agito in accordo fra loro per riportare prezzi manipolati – per una serie di prodotti petroliferi e di biocarburanti – ad un’agenzia incaricata della rilevazione dei prezzi”.
L’indagine riguarda la rilevazione dei prezzi al Platts, il leader di mercato per i parametri di riferimento del petrolio, che è anche una unità di McGraw Hill. La società ha confermato di aver ricevuto la visita di funzionari europei e ha detto che stava cooperando pienamente con la ricognizione.
I prezzi del petrolio valutati e pubblicati da Platts, ma anche da agenzie rivali come Argus Media e Reed Elsevier (ENL), servono come punti di riferimento per il commercio del petrolio fisico e dei prodotti derivati. Un business che vale miliardi di dollari.
I regolatori si sono concentrati sempre più strettamente sui benchmark finanziari, specie dopo lo scandalo del Libor, in cui le banche di tutto il mondo hanno cercato di manipolare i tassi di interesse rig. Il G20 ha commissionato una relazione, lo scorso anno, da cui è emerso che i prezzi del petrolio erano vulnerabili alla manipolazione tanto quanto il Libor.
Proprio il mese scorso, la US Commodities and Futures Trading Commission (un’agenzia federale degli Stati Uniti) ha cominciato ad indagare su un indice chiave per gli interest rate swap, gestito dalla londinese ICAP broker.
Shell (RDSA), BP (BP) e Statoil tutti hanno confermato di essere stati inclusi nell’indagine e di star cooperando con la Commissione europea. L’italiana Eni ha detto di non essere stata visitata dai funzionari, ma di aver ricevuto una richiesta di informazioni, cui starebbe cooperando.
La Commissione europea ha confermato di essere preoccupata; anche piccole distorsioni del benchmark Platts potrebbero infatti avere un “enorme impatto” sui prezzi del petrolio e di prodotti come la benzina grezza.
I traders presso compagnie petrolifere e banche segnalano i prezzi alle agenzie, da cui poi i giornalisti scelgono il punto di riferimento dopo aver effettuato i propri controlli.
Tutte e tre le agenzie che si occupano del prezzo del petrolio avevano diramato una dichiarazione congiunta, nel luglio scorso, in cui affermavano che c’erano “differenze fondamentali” tra il Libor e le proprie valutazioni, compresa l’indipendenza delle agenzie, la concorrenza tra loro, la verifica dei dati.
La Commissione ha effettuato ispezioni a sorpresa come un passo preliminare per indagare su pratiche anticoncorrenziali sospette.

fonte: Cnn

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