Smentendo nuovamente le dichiarazioni del governatore della Bce Draghi e della stessa Merkel in campagna elettorale, il presidente della Bundesbank e membro della Bce, Jens Weidmann, ha spento il sorriso da molte facce. “Non mi aspetto che i tassi rimangano bassi per degli anni” ha detto Weidmann in una intervista al quotidiano tedesco Handesblatt, escludendo la possibilità che i tassi di interesse dell’Eurozona rimangano sugli attuali livelli ancora per un lungo periodo a motivo dei rischi che questo comporterebbe per la stabilità finanziaria. Weidmann ha argomentato questa posizione sottolineando che “gli stimoli derivanti dalla politica monetaria ultra-accomodante sulla congiuntura diminuiscono e i rischi per la stabilità finanziaria aumentano”. Ancora più perentoriamente Weizmann ha affermato che “Le banche centrali non possono risolvere la crisi poiché i problemi che sottendono ad essa non sono legati alla politica monetaria. I dibattiti mostrano che la crisi non è finita e che c’è ancora molto da fare per superarla”. Secondo il nuimero della Bundesbank, la Bce ha dato un contributo notevole per risolvere la crisi ma ora la politica monetaria dell’Eurotower “è entrata in un territorio sconosciuto e pericoloso”. Una lapide sugli speranzosi che la Bce possa proseguire a tenere bassi i tassi di interesse. Per la Bundesbank l’ossessione principale rimane sempre l’inflazione, anche se in Europa è stata largamente sconfitta da almeno venti anni.
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