Deve essere un mestiere rischioso, quello del banchiere. Sempre nell’ombra, sempre decisionista, riservatezza obbligatoria e vita sociale ai minimi termini, non si sa mai. Soldi a palate, naturalmente, macon discrezione e senza dare troppo nell’occhio.
In fondo nel capitalismo “vero” (non quello italiano, per capirci), il “padrone” non c’è. Esiste un consiglio di amministrazione nominato dagli azionisti più rilevanti in percentuale o “peso finanziario” oggettivo, che giudicano se il manager da loro scelto risponde agli obiettivi o meno. Se va male perdi il posto ma ne trovi subito un altro (è un genere diverso di “precarietà” quello che li riguarda). Ma qualche volta si finisce letteralmente sotto i ponti (Roberto Calvi, dell’Ambrosiano; ma allora si trattava della P2 in affari con la mafia). Più spesso il cuore cede all’improvviso, quasi mai per logoramento.
La notizia di ogi riguarda la morte di un potentissimo manage, addirittura il direttore finanziario di Zurich Insurance Group. Pierre Wauthier è stato trovato morto stamattina nella sua abitazione di Zurigo, senza altri dettagli. A complicare il quadro, già di suo piuttosto oscuro, il fatto che la notizia è stata resa nota dalla società. Non da familiari o personale di servizio in casa. Discrezione, mi raccomando, ne va dell0immagine della società.
Di cause presunte o attendibile del decesso nemmeno l’ombra. L’amministratore delegato della compagnia assicurativa svizzera, Martin Senn, ha comunque espresso, la propria “tristezza” per la scomparsa del manager.
Wauthier, 53 anni, lavorava per Zurich Insurance dal 1996. Nel 2011 – riferisce l’agenzia Asca – era stato promosso alla guida del ramo finanze di Zurich. Dopo la laurea in economia alla Sorbona aveva iniziato la sua carriera di manager nella compagnia assicurativa Kpmg. La Zurich ha comunicato contestualmente che la direzione ad interim del ramo finanze sarà affidata a Vibu Sharma, un manager del gruppo.
Alla fine di luglio un altro manager, il capo di Swisscom Carsten Schloter, era stato trovato morto nella sua abitazione. Swisscom, quella che ha rilevato la Fastweb da Silvio Scaglia, imprenditore italiano emerso con grandissima rapidità e altrettanto rapidamente arrestato durante una labirintica indagine che metteva insieme il fascista Gennaro Mokbel, Telecom Sparkle e un giro di fantastiliardi riciclati in una “frode carosello”, ovviamente con altrettanto colossale evasione fiscale.
Discrezione, ci vuole. A fare i banchieri o i corsari della finanza…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa