In attesa del prossimo cda della società, previsto per il 19 settembre, in questi giorni Telecom Italia è stata al centro di forti speculazioni in vista dell’imminente riassetto azionario, al fine di scongiurare un eventuale declassamento del rating e il conseguente aumento degli interessi passivi sui 29,6 miliardi di debito della società.
Infatti sul titolo di Telecom pesa la scure di Moody’s, che potrebbe presto declassarlo a “junk” o “spazzatura”, nel caso in cui non riscontrasse nelle prossime settimane un piano appropriato per il riassetto proprietario della compagnia
Il 19 settembre dal Cda dovrà uscire il nuovo azionista di maggioranza, tenuto conto che il prossimo 28 settembre è prevista l’uscita di scena come azionista di Mediobanca e Generali, anche se non è detto che la finestra sia quella di settembre, almeno per Generali.
Anche Intesa Sanpaolo ha una posizione più attendista ed è disponibile a rimanere nel patto anche oltre settembre”, magari valutando la possibilità se non trova un acquirente di vendere le proprie quote sul mercato.
Di sicuro lo scenario delle tlc mondiali sta evolvendo rapidamente visto le recenti operazioni Vodafone-Verizon e Microsoft-Nokia, tenuto conto della debolezza finanziaria di Telecom Italia risulta essere strategica non solo ai grandi operatori europei (al fine di consolidare la loro posizione nel settore) e non solo sotto l’aspetto finanziario, ma anche sotto l’aspetto industriale.
Sui nomi di chi potrebbe subentrare oltre al socio spagnolo Telefónica (con il 46,18% del capitale) di Telco, che detiene il 22,4% di Telecom, si fanno i nomi di Vodafone forte di una solidità finanziaria senza pari, potrebbe rilevare le quote in mano agli italiani e contestualmente cedere Tim ai cinesi di Hutchinson Wampoa, che da tempo con H3G sono desiderosi di crescere.
Vodafone da anni a caccia di un’infrastruttura di rete fissa in Italia, potrebbe puntare proprio all’infrastruttura della Telecom.
Secondo indiscrezioni di stampa, le ipotesi più accreditate su cui si starebbero concentrando le discussioni in casa Telecom Italia e quelle fra l’azienda e il Governo italiano che ha confermato di non avere preclusioni rispetto agli stranieri. Ma Palazzo Chigi è sempre più in bilico. Una crisi rimetterebbe tutto in discussione., rimane il rafforzamento del socio di maggioranza Telefónica.
Nel frattempo, Telecom Italia ha annunciato che con decorrenza 1° settembre 2013 la responsabilità della funzione Human Resources and Organization del Gruppo viene affidata a Mario Di Loreto. Di Loreto prenderà il posto di Antonio Migliardi.
Inoltre sempre da voci vicine a Telecom Italia si starebbe valutando una riorganizzazione delle sue unità nazionali nell’ambito di un piano che vedrebbe la creazione di società separate per il lato consumer e per i servizi alle imprese. Lo riferisce Bloomberg che parla di come il vettore potrebbe creare una holding denominata Telecom Italia Servizi e trasferire almeno quattro divisioni sotto quest’ultima: Opac SpA, consumer, business e servizi.
Nel quadro del RISIKO delle telecomunicazioni non solo europee, riteniamo opportuno non dimenticare lo scandalo del datagate, in cui sono state coinvolte le agenzie statunitensi NSA e CIA, le quali spiavano milioni di mail e telefonate in Brasile, per arrivare a Cina, Russia e Iran, ma anche in Venezuela, Messico, Argentina e altri paesi.
Per il colosso italiano siamo entrati in una fase di non ritorno: il 19 settembre, durante il prossimo consiglio di amministrazione si conoscerà il destino dell’azienda. Di sicuro si prosegue grazie anche alla sudditanza della nostra classe politica con il processo di svendita delle aziende italiane all’estero.
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