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A Berlino l’acqua torna pubblica

Berlino si riprende la sua acqua. A tredici anni dalla privatizzazione della rete idrica cittadina, la capitale tedesca ha deciso di ricomprare parte delle quote cedute a società e compagnie.

Nella giornata di ieri, il Land ha infatti annunciato di avere riacquistato la quota del 24,95% nella rete idrica cittadina da Rwe, numero due dell’energia in terra tedesca, a un prezzo di 618 milioni più interessi.

La quota del Governo cittadino sale così dal 50,1% al 75,05%. Il gruppo francese Veolia mantiene una quota del 24,95% in Bwb anche se, a quanto pare, si è già detta disposta alla vendita.

La cessione di quote fa parte del piano di dismissioni per un totale di 7 miliardi varato da Rwe e da completarsi entro fine 2013 per ridurre l’indebitamento e garantire il livello di rating attuale. L’operazione, che deve ancora essere approvata dal Parlamento, avrà validità retroattiva dal primo gennaio di quest’anno.

Secondo quanto ricorda Radiocor, Berliner Wasserbetriebe era stata privatizzata nel 1999 con la cessione di quote ciascuna del 25% circa a Rwe e Veolia per 3,3 miliardi di marchi (1,69 miliardi di euro), la coalizione che governa la città ha detto da tempo di puntare al totale ritorno della società sotto il controllo comunale.

Intanto il quotidiano “Rheinische Post” rivela, citando fonti sindacali, che Rwe ha in programma il taglio di “almeno” altri 2mila posti di lavoro in Europa e la delocalizzazione di linee produttive, il che porterebbe a 8mila i tagli già decisi. I dipendenti a rischio sarebbero, secondo fonti del sindacato Ver.di, tra 2mila e 5mila su un totale di 70mila in tutto il mondo.

dea IlMitte, quotidiano italiano di Berlino

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È un grande successo per i 666 000 cittadini berlinesi che hanno aperto la strada a questa rimunicipalizzazione con il referendum del 2011, il primo ad essere vinto a Berlino.

“Siamo felici ed orgogliosi di essere riusciti a far ritornare l’acqua in mano pubblica, ma siamo però critici sul prezzo troppo alto del riscatto” – dichiara Gerlinde Schermer che nel 1999, nel suo ruolo di parlamentare, aveva votato contro quel pessimo affare – Sappiamo che ciò renderà molto difficile per i prossimi 30 anni una diminuzione del prezzo dell’acqua che è alto”.

Il Berliner Wassertisch, che dal 2006 lotta per una gestione dell’acqua democratica e partecipativa, è consapevole che il successo ottenuto comporta la prosecuzione di un impegno molto intenso. “Ora dobbiamo controllare e premere sui nostri politici – spiega Dorothea Hërlin, membro fondatore del Berliner Wassertisch – Dobbiamo impedire che proseguano con la logica del profitto, a lungo praticata nella gestione dell’acqua” .

Per questo il Berliner Wassertisch ha reso pubblico un progetto di “Carta dell’Acqua di Berlino” con il quale si è aperta una discussione in tutta la città su come istituire un “Consiglio dell’Acqua di Berlino” quale strumento di democrazia diretta partecipativa nel quadro di una gestione trasparente, democratica, ecologica e sociale dell’Acqua a Berlino.

Un primo commento di Laura Valentukeviciute di GiB (Beni Comuni in mano ai cittadini) : « Può essere un grande passo in avanti verso una gestione dei nostri beni comuni non più basata sulla logica del profitto ma sui costi e sul benessere dei cittadini. »

La decisione definitiva sull’accordo sarà presa dal Parlamento di Berlino ma non vi è dubbio che la coalizione SPD-CDU sarà consenziente.

Contatti :
Dorothea Haerlin
Berliner Wassertisch – Bene Comune

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