È morto a ben cento anni di età Eiji Toyoda, l’inventore del “toyotismo” nei sistemi di produzione. Toyoda ha guidato con pugno di ferro e capacità innovativa la multinazionale automobilistica giapponese perferzionando i metodi di produzione. Toyoda aveva mantenuto la carica onorifica di “consigliere onorario” della società dopo essere stato il numero uno dall’ottobre 1967 al 1981, era stato presidente fino al 1994.
Toyoda aveva trasformato la Toyoda Automatic Loom Works, in un competitore globale delle grandi industrie automobilistiche statunitensi ed europee. Aveva portato in Giappone i metodi della produzione di massa del foridismo che aveva visto negli impianti della Ford a Deaborn (Michigan) nei primi anni ‘50. Ma Toyoda adottò il fordismo conformandolo allo” spirito giapponese”. In collaborazione con Taiichi Ohno, rafforzò il concetto di “kaizen”, impostato su miglioramenti continui e costanti dei processi aziendali ma soprattutto sullo sfruttamento di ogni movimento umano degli operai in funzione della produzione. Ohno nel suo manifesto Toyota Seisan Hoshiki edito in Giappone nel 1978, aveva già avuto modo di affermare che il “fine supremo” dell’attività aziendale, specie “in un periodo di crescita lenta”, è solo e soltanto quello, strettamente economico, della “riduzione dei costi” di produzione. Una riduzione, specifica, che passa per “la eliminazione totale degli sprechi” nell’impiego delle “risorse umane”. Raggiunse uno storico accordo produttivo con General Motors, fino all’ingresso nel segmento superiore con la Lexus. Il toyotismo è stato e rimane il sogno di tutto i padroni: sfruttare la forza lavoro in ogni suo secondo e movimento umano rendendolo funzionale alla produzione. Che chi ha perfezionato questo sistema sia arrivato a campare fino a cent’anni mentre che li l’ha subito è schiattato, continua a sembrarci una vera ingiustizia.
Per una analisi marxista del toyotismo vedi: Il terzo impero del sole: il neo-corporativismo giapponese nel nuovo ordine mondiale di Gianfranco Pala e Carla Filosa (Synergon Edizioni 1992)
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