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Aziende strategiche. In Italia le società straniere ormai fanno shopping

Alitalia e Telecom al centro delle manovre di Air France e Telefonica. La compagnia aerea francese – secondo il giornale francese La Tribune – si dice pronta a raddoppiare la sua quota di possesso in Alitalia dal 25 al 50 per cento. Ma a condizioni che appaiono oggi del tutto impossibili, cioè che Alitalia rinegozi il debito, ristrutturi l’azienda e ridisegni le rotte. In sostanza Air France ribadisce il suo interesse per Alitalia, ma a patto di prenderla ripulita e a prezzi da saldo. Di fronte alla famelica proposta di Air France, l’amministratore Del Torchio ha cercato una sponda nella compagnia aerea degli Emirato Arabi Uniti. La compagnia araba aveva dimostrato l’intenzione di voler entrare nel mercato europeo e Alitalia sembrava il veicolo adatto. Già ora tra la compagnia degli Emirati e quella italiana c’è una collaborazione avviata, un accordo commerciale per cui i jet italiani trasportano ad Abu Dhabi i viaggiatori che poi proseguono per l’Australia con aerei arabi. Alcune settimane fa Del Torchio e il suo staff sono volati ad Abu Dhabi con l’intenzione di rafforzare l’intesa per poi eventualmente concretizzarla anche in una partecipazione azionaria. Una mossa che non è piaciuta ad Air France che ha fatto pervenire una nota al governo italiano da parte del governo francese, facendo balenare la possibilità di un improbabile raddoppio azionario che in sostanza è un modo per mandare un segnale agli arabi. Abu Dhabi sembra aver compreso l’antifona ed ha emesso un comunicato per dire che non pensano ad Alitalia, ma nei loro piani piuttosto c’è l’India. Un terzo giocatore di partita sono i Benetton che propendono invece per un accordo con l’ Aeroflot da quando hanno sentito dire che come hub del Mediterraneo la compagnia aerea russa punterebbe su Roma, in pratica sullo scalo in mano ai Benetton che da tempo stanno agendo per l’allargamento dell’aereporto di Fiumicino. Fuori gioco, per il momento, risulta un altro socio della cordata privata a cui è stata affidata l’Alitalia: la famiglia Riva alle prese con i guai giudiziari e i disastri combinati con l’Ilva.

Ma sullo shopping di società straniere sulle aziende strategiche italiane, pesa anche la vicenda della Telecom che rischia di finire nella mani della spagnola Telefonica. Due associazioni dei consumatori – Adusbef e Federconsumatori – denunciano forti preoccupazioni per il destino di Telecom Italia e scrivono di essere “preoccupate dall’ennesima manovra, che vorrebbe scippare un asset importante di un’azienda strategica italiana come Telecom Italia a prezzi di realizzo, la cui rete è stata finanziata dai consumatori italiani tramite il pagamento del canone e delle bollette telefoniche, chiedono che il governo intervenga, anche tramite la Cassa Depositi e Prestiti, per impedire che possa diventare una colonia spagnola”. Se questi sono i risultati delle privatizzazioni di due aziende strategiche nelle telecomunicazioni e nei trasporti come Telecom e Alitalia, allora è meglio pensare – e presto – alla loro rinazionalizzazione. Non sono proprietà dei “prenditori” privati ma un patrimonio collettivo di tutto il paese.

 

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