Nesssuna luce in fondo… Il tunnel della crisi italiana comincia a somigliare a quello geognostico che a tutti i costi bisogna scavare il Val Susa: non uscirà dall’altra parte (perché la Francia ha rinviato al 2030 ogni decisione).
In ogni caso non ne sta uscendo ora. Lo dicono indicatori precisi, come quelli dei consumi.
A luglio 2013 le vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) sono diminuite ancora, dello 0,3%, rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre maggio-luglio 2013 l’indice registra una diminuzione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Le minori vendite nell’arco di un solo mese riguardano logicamente più i generi “non alimentari” (-03%) che il cibo vero e proprio (comunque -0,1).
Su base annua la riduzione risulta ancora più marcata (-0,9%), sintesi di un aumento dello 0,2% per le vendite di prodotti alimentari e di una diminuzione dell’1,6% per quelle di prodotti non alimentari.
E viene confermato anche che nemmeno la “grande distribuzione” riesce più a mantenere i livelli di vendita precedenti (-0,4%), mentre per i “megozietti” su va facendo sempre più nera (-1,2%).
Nel confronto tra i primi sette mesi di quest’anno con lo stesso periodo del 2012, le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dell’1,6% (si mangia insomma decisamente meno, ma non certo per “mantenere la linea”) e quelle di prodotti non alimentari addirittura del 3,3%, per una diminuzione complessiva del 2,6%.
Il rapporto completo dell’Istat:
Le serie storiche: serie0713.xls52.5 KB
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