La Finmeccanica vende aerei a Israele e l’Italia acquista tecnologia satellitare per la sicurezza. Uno scambio politicamente eticamente immorale. Il jet Skyhawk A-4 (in ebraico Ayid), utilizzato negli ultimi quarant’anni per l’addestramento dei piloti israeliani nella base di Hatzerim, si appresta ad essere sostituito da un nuovo velivolo da addestramento denominato Lavi, prodotto grazie a un accordo raggiunto due anni fa dalle autorità israeliane con Alenia Aermacchi Il primo dei 30 esemplari che arriveranno in Israele nei prossimi due anni è stato consegnato alla Difesa israeliana con una cerimonia che si è tenuta giovedì scorso a Varese. Il nuovo aereo, è stato presentato per la prima volta durante la cerimonia nella fabbrica della Aermacchi, a Venegono (Varese), alla presenza di ufficiali dell’aviazione israeliana, alti funzionari del Dipartimento forniture del Ministero della difesa e personale diplomatico, oltre naturalmente all’amministratore delegato della Aermacchi, Giuseppe Giordo.
Il nuovo Lavi (noto come F-346i, sigla Aermacchi M-346) ha due motori che consentono un volo sicuro anche nel caso di défaillance di un motore. È inoltre dotato dei più avanzati sistemi di avionica e controllo ed è in grado di raggiunge una velocità supersonica di 1,15 Mach. In Israele verrà utilizzato nelle fasi avanzate dell’addestramento al volo dei piloti militari. Il generale israeliano Samuel Tzucker, direttore del Dipartimento forniture del Ministero della Difesa di Tel Aviv, ha ricordato come l’appalto vinto dalla società italiana, in gara con una coreana, comprende anche un impegno reciproco da parte italiana per l’acquisto da Israele di satelliti per intelligence e sistemi di allarme e controllo aviotrasportato. L’accordo con gli italiani è stimato del valore di 1 miliardo di dollari. Tzucker ha anche ricordato la compartecipazione americana legata al fatto che i motori del velivolo sono fabbricati negli Stati Uniti.
Così mentre in tutto il mondo aumentano i paesi e le società che procedono con il boicottaggio o il disinvestimento da Israele per denunciarne gli abusi contro la popolazione palestinese, l’Italia si copre si vergogna vendendo a Israele proprio tecnologia militare, ossia lo strumento decisivo dell’oppressione coloniale.
(Fonti: YnetNews, Jerusalem Post, 20 marzo 2014)
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