Menu

Italiano linciato in Madagascar coinvolto nel traffico di organi?

Uno dei tre stranieri linciati e bruciati in un rogo in Madagascar è italiano. La Farnesina ha confermato quanto dichiarato dalle autorità locali dell’isola di Nosy Be in merito al ritrovamento di un documento di identità italiano, che potrebbe appartenere a una delle vittime del linciaggio avvenuto ieri sulla spiaggia locale da parte degli abitanti. Ma per una conferma effettiva e per l’identificazione del cadavere sarà necessario più tempo, poiché “il corpo è completamente carbonizzato”. Il nome di battesimo dell’uomo sarebbe Roberto. Le tre vittime del linciaggio, sono state aggredite, brutalizzate, poi gettate su un falò sulla spiaggia dell’isola. Secondo alcune fonti locali erano state accusare dalla popolazione di aver rapito, mutilato e ucciso un bambino di 8 anni, scomparso nei giorni precedenti e poi ritrovato morto. A dare corpo a questa versione è la terza vittima, uccisa a qualche ora di distanza dalle altre due, che sarebbe un residente locale implicato nel traffico di organi di bambini. Quello che potrebbe essere un episodio di violenza sociale non anomalo in una realtà come il Madagascar con un turista che si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, ma se confermato, potrebbe accendere i riflettori su un fenomeno crescente e inquietante che solo in poche clamorose occasioni emerge pubblicamente, magari solo per consentire un briciolo di esecrazione e indignazione che viene rapidamente richiuso, mentre necessiterebbe di maggiori interventi per stroncare un traffico decisamente infame.

 

A febbraio di quest’anno era balzato alle cronache il caso di un medico turco, accusato di aver partecipato a un traffico illegale di organi espiantati in Kosovo, che non si trovava più in Sudafrica ma “in un altro paese africano, dove ha fondato una clinica per trapianti di organi”. La notizia era stata diffusa dal procuratore serbo per i crimini di guerra, Vladimir Vukcevic, che ha raccontato al quotidiano Vecenje Novosti di aver tentato di bloccare lo spostamento del dott. Yusuf Sonmez, detto anche “Dottor Frankenstein”, “ma quando abbiamo ricevuto l’informazione era troppo tardi”, ha detto. Per la “clinica Medicus”, che chiama in causa il dottore turco ora riparato in Africa secondo la Serbia, è in corso un processo a Pristina. Il caso è emerso infatti nel 2008 a seguito di un’indagine dell’Eulex, partita dopo la perquisizione di un passeggero in partenza dall’aeroporto di Pristina che riportava una lunga cicatrice fresca in corrispondenza di un rene. Secondo la ricostruzione dell’accusa, presso la Medicus, venivano espiantati organi a donatori reclutati nelle zone più depresse dell’Est Europa dietro la promessa, spesso non mantenuta, di una donazione di circa 15.000 euro. Circa 100.000 euro, invece, il prezzo pagato da riceventi stranieri, principalmente israeliani, affetti da insufficienza renale.

 

Diventato più difficile reperire organi nei devastati paesi dell’Europa dell’Est, il “mercato domestico europeo di organi” pare si sia spostato in Africa, più vicina dell’India che continua ad essere la “prima potenza esportatrice” di organi asportati a esseri umani. In Africa si è parlato soprattutto della vicenda nella città di Nambula, in Mozambico, dove decine, forse centinaia di bambini sono scomparsi nel nulla. Nampula si trova a nord della regione, a duemila chilometri dalla capitale Maputo. I bambini più indifesi, deboli e affamati, più facilmente avvicinabili, sono nella lista di un traffico clandestino di organi. Corpi di minori sono stati trovati nei campi o abbandonati ai margini delle strade o sotterrati, privati di reni, fegato, pancreas, cuore, occhi, organi sessuali. Sembra quasi un film dell’orrore ma è l’inquietante scenario di una storia che ha portato sotto i riflettori il Mozambico, uno dei paesi più poveri dell’Africa.

 

Un altro dei punti di snodo del traffico di organi è il Sinai dove transitano migliaia di profughi africani che cercano di entrare in Israele o in altri paesi del Medio Oriente. Diversi gruppi internazionali a sostegno dei diritti umani, inclusi quelli presenti in Israele, hanno formulato pesanti accuse circa il sequestro di rifugiati africani a fini di estorsione, tortura e traffico di organi. I Medici israeliani per i diritti umani per esempio, riferiscono che “Centinaia di rifugiati sono prigionieri in Sinai” e “vengono sottoposti ad abusi fisici, torture, stupri sistematici, fino alla morte, tutto ciò con l’unico scopo di ottenere decine di migliaia di dollari come prezzo di riscatto per il loro rilascio.” Ma ha destato particolare preoccupazione un servizio della CNN secondo cui sembra in aumento il mercato illegale di organi umani. L’inchiesta riporta le testuali parole di un capo tribù: “Il traffico di organi è una delle attività più remunerative, seconda solamente a quella delle armi. Porta introiti superiori a quelli dello spaccio di droga e della prostituzione.”

Israele è uno dei paesi dove la donazioni di organi è molto scarsa a causa dei divieti imposti dai partiti religiosi. A giugno a Fiumicino era stato arrestato un ex ufficiale delle forze armate israeliane – Tauber Gedalya – ricercato da tutte le polizie del mondo perché colpito da un mandato di cattura internazionale emesso dal tribunale dello stato brasiliano di Pernambuco, in seguito ad una condanna all’ergastolo per il reato di traffico di organi umani.

La Cina invece è finita al centro di denunce per l’espianto degli organi dei condannati a morte.

All’insaputa di molti si sta consumando una guerra senza esclusione di colpi sul traffico di organi. La maggiore domanda di organi viene – come noto – da Stati Uniti, Europa, Israele. Fino a poco tempo fa l’area dove “l’offerta” (perdonateci il cinismo ma le testimonianze raccolte fanno venire i peli sul cuore) era l’India, ma adesso si va concentrando in Africa sia direttamente sia sugli enormi flussi migratori e di profughi dall’Africa verso altri paesi. Nei luoghi dove vengono concentrati questi profughi – vere e proprie terre di nessuno – i trafficanti di organi hanno il lavoro facile.

 

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *