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Ci consumiamo noi, stringendo la cinghia

E’ difficile dare un nuovo titolo alla stessa notizia. Specie se da anni si ripete ogni mese, con drastica contnuità: i consumi si riducono ancora.

Ce n’eravamo accorti, certo, ma sentirselo confermare con la precisione scientifica dell’Istat – se certo non ci fa stare meglio – ci aiuta a comprendere che non ci sbagliamo affatto.

A maggio 2014 l’indice delle vendite al dettaglio (valore che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) registra una diminuzione rispetto al mese precedente (-0,7%). Nella media del trimestre marzo-maggio 2014, l’indice mostra una leggera flessione rispetto ai tre mesi precedenti (-0,1%). Insomma: i consumatori avevano creduto alla storia degli 80 euro e avevano preso qualcosa di più sui banche del supermercato; poi si sono fatti meglio i conti alla fine del mese di maggio e a giugno hanno richiuso i rubinetti.

Nel confronto con aprile 2014, diminuiscono sia le vendite di prodotti alimentari (-1,2%) che, in misura più contenuta, quelle di prodotti non alimentari (-0,3%). Il dato è rivelatore, perché i consumi alimentari, sa sempre, vengono ritenuti pressoché “incomprimibili”. Data la struttura dell’indice, dunque, dobbiamo desumere che siano diminuite non tanto le quantità dei prodotti acquistati, quanto i prezzi (discount, sconti, offerte, ecc).

Rispetto a maggio 2013, l’indice del valore totale delle vendite segna una diminuzione dello 0,5%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-0,5%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-0,6%). A un anno di distanza le cose non cambiano di molto, insomma: la riduzione è permanente.

Rispetto a un anno fa, comunque, le vendite della grande distribuzione restano invariate, mentre per le imprese operanti su piccole superfici si registra una variazione negativa (-1,1%). Soltanto le grandi catene, infatti, possono permettersi economie di scala e politiche commerciali (le “offerte”, soprattutto) che incidono sul prezzo finale al cliente. I piccolo negozi, dunque, sembrano destinati alla chiusura.

Il rapporto dell’Istat:

Le serie storiche: xlsserie0514.xls50 KB24/07/2014

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