Quando si attuano politiche di restrizione dei bilanci pubblici, seguito da una politica di maggiore prelievo fiscale il risultato prevedibile è che la domanda di beni e servizi cali, e il Pil venga ulteriormente depresso».
E’ uno dei fondamentali dell’economia classica, studiato fin dai primi anni dell’Università. Dinamica di redistribuzione della ricchezza prodotta in un Paese. Per Renzi questa semplice verità ricordata da economisti e studiosi è sinonimo di “gufare”.
Qui non si tratta di concezioni ideologiche o di modi di vedere la realtà, ma di concetti economici e l’economia – pur non essendo una scienza esatta – è pur sempre basata su conseguenzialità fra causa ed effetti e su rilevazioni di dati statistici ed empirici. Si può anche prendere un abbaglio, credere che una certa cosa possa causare un certo effetto, ma quando questi effetti non arrivano e, anzi, la situazione peggiora, due sono le cose. O non si sa leggere la realtà, non si vuol prendere atto della realtà, non si ha il coraggio di ammettere di essersi sbagliati, oppure….oppure si spaccia di voler raggiungere un certo effetto, ma in realtà si vuole ottenere l’effetto contrario.
Proprio quello che la realtà mostra. E poiché questa situazione perdura da almeno quattro governi e quattro leader salvifici, “la seconda che ho detto” mi pare la più probabile.
Ora tutti i dati macroeconomici riferiti al nostro paese (ma si può estendere a tutti i paesi quantomeno dell’area UE.; ma questo è un altro tempo dello stesso film) rilevano sistematicamente e periodicamente un peggioramento costante e sistematico, puntuale in termini di occupazione, PIL, crescita, bilancia dei pagamenti, deficit del bilancio statale ecc. ecc. . Esattamente tutti parametri che si dice (a parole) di voler combattere.
Non vi è un solo dato – sia di lungo che di breve medio periodo – che indichi un se pur lieve miglioramento. Ma che dico, un mantenimento rispetto al periodo precedente.
Eppure per Renzi e per le sue ragazze pon pon chi lo fa notare è un “gufo”, un “menagramo”, un “disfattista”, un “comunista”, oserei dire!
Il FMI e Bankitalia hanno abbassato la previsione di crescita prevista dal governo italiano! E chi se ne frega!c ”Che la crescita sia 0,4 o 0,8 o 1,5% non cambia niente dal punto di vista della vita quotidiana delle persone». QUesta è stata la risposta di Renzi! Noi abbiamo dato 80 euro agli italiani, risponde in un talk show alla domanda che gli viene posta da una componente delle “ragazze vetrina”.
Intanto quegli 80 euro sono, al momento, solo una una tantum, stando al DEF. E la speranza di chissà cosa, di fronte a questo gesto propagandistico, cozza con la realtà che vede i risparmi dei lavoratori consumati ed erosi in questi anni di crisi; e quegli 80 euro sono stati solo un sorso (certo meglio di niente, ma non certo di acqua benedetta con effetto miracoloso) per pagare debiti e non certo per tradursi in consumi (anche questo era stato previsto dai “gufi”).
Inoltre questa regalia si inserisce in una manovra complessiva di restrizione del bilancio. Cioè attuare un prelievo fiscale che eccede la spesa pubblica al netto degli interessi. Questo significa che i cittadini e le imprese si trovano da un lato con 80 euro in più, ma dall’altro lato registrano tagli ulteriori ai servizi e aumenti delle tariffe. Come questo possa tradursi in maggiori consumi è un mistero.
Si, ma adesso privatizziamo i gioielli di famiglia e con quello che incassiamo ci rimettiamo alla pari. Altro mantra che ci hanno profuso a larghe mani dai mass media da sempre. Intanto come ogni buon padre di famiglia sa (tanto per usare una immagine usata ed abusata fino alla noia), chi vende il patrimonio non aumenta, ma diminuisce la propria ricchezza. Figuriamoci chi lo “svende”; in questo periodo, chi vende fa sempre un pessimo affare.
La vendita della FINMECCANICA ne è una dimostrazione, tanto che la svendita del 40% di Poste è stata slittata di un anno. E poi quando mai le privatizzazioni hanno portato benefici ai cittadini e alle casse dello Stato? Anche qua basta andare indietro negli anni e rivedere la campagna di una delle più grandi privatizzazioni del mondo, quella fatta negli anni ’90 e che ha portato alla svendita dell’80% degli asset industriali e produttivi del nostro paese.
Chi ci ha guadagnato e chi ci ha rimesso dopo quelle privatizzazioni? Chi è stato meglio e chi peggio dopo la svendita? Non è certo dotato di “gufaggine” chi ricorda queste cose. Cosa rende diverso quelle privatizzazioni diverse da quelle previste da tutti i governi da una ventina d’anni a questa parte?
Eh.., ma intanto lo Spread si è abbassato. Un risultato questi governi targati PD l’hanno portato! Ribadisce sempre quella portavoce pon pon renziana…
Si è vero dai 500 si è arrivati ai circa 160-170 punti. Ma anche qua occorre leggere i dati, ma tutti e non solo le apparenze. Intanto il record dei 500 punti erano anche dovuti a cause esogene, e la sua punta massima e la sua discesa vertiginosa sono state precedute e seguite dalla caduta del governo Berlusconi. I maligni o i dietrologi potrebbero vederci una “mano invisibile”. Ma non è questo l’importante. Dietro lo stabilizzarsi, al momento, dei punti di spread c’è stato l’annuncio e la messa in opera da parte della BCE di un intervento per stabilizzare i prezzi.
Però i “gufi” dicono che questo è solo al “momento”, in quanto l’annuncio di Draghi è solo provvisorio. La BCE, in questo senso, si è mossa bene, ma avrebbe dovuto rendere stabile e strutturale l’intervento. Non può farlo, però, perché gli “accordi europei” non lo prevedono (perché non lo prevedano è un altro tempo di un altro film)
In questa guerra fra chi “gufa” e chi sprizza ottimismo da tutti i pori, per il momento, la partita è sul 2 a 0 e palla al centro. (se fosse solo una partita a calcetto…)
dalla mail list Marxiana
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