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Il 20% delle banche non regge gli “stress test”

La si può dire in molti modi, ma la realtà è questa: nonostante siano da un anno sotto monitoraggio della Bce, anziché delle banche centrali nazionali, e nonostante sapessero benissimo di non essere in grado di reggere l’esame (tant’è vero che tutte avevano fatto ricorso ad aumenti di capitale o altre misure di “consolidamento” dei bilanci) ben 25 banche dell’eurozona sulle 130 esaminate sono risultate “deficitarie” dal punto di vista della sicurezza in caso di scenari critici. Ovvero una recessione “eccezionale” della durata di tre anni (siamo entrati nell’ottavo, ma tecnicamente c’è recessione quando il Pil è negativo per due trimestri di seguito; basta un solo trimestre con il segno “più” ogni tanto per interromepre la sequenza negativa e far ripartire il conteggio).

Tra gli istituti di credito italiani (quattro non hanno passato i test) Monte dei Paschi conta la più consistente carenza di capitale, pari a 2,1 miliardi di euro. E questo nonostante abbia promosso nel corso dell’anno un aumento di capitale di ben 5 miliardi. Non c’è che dire, la gestione di Giuseppe Mussari – che era diventato persino presidente dell’Abi per la sua “abilità” – è stata davvero un capolavoro di efficienza..

Più modesta l’esposizione degli altri tre istituti italiani: Carige (810 milioni), Popolare di Milano (170 milioni) e Popolare di Vicenza (220 milioni). Altre cinque banche si sono messe a posto durante l’anno (Veneto Banca, Banco Popolare, Credito Valtellinese, Popolare di Sondrio, Popolare dell’Emilia-Romagna).

L’Eba, l’Autorità bancaria europea che ha coordinato gli stress test sulle 123 banche, ha detto che gli istituti di credito che non sono riusciti a mantenere un ‘core capital ratio’ del 5,5% al termine del test, hanno una carenza totale di capitale di 24,6 miliardi di euro alla fine del 2013.

Tra gli altri istituti che non hanno superato la prova anche tre banche greche (Eurobank Ergasias, National Bank of Greece e Piraeus Bank), con una carenza di capitale totale di 8,7 miliardi di euro e tre banche cipriote (carenza capitale totale di 2,4 miliardi di euro).

Cosa succederà adesso? Non molto nell’immediato. Tutte queste banche dovranno presentare un piano di rientro entro il 10 novembre, illustrando gli aumenti di capitale già fatti e altre misure, come dismissioni di attivi e utili non distribuiti, che dovranno essere convalidate dalla Bce.

In ogni caso, una parte molto consistente delle banche europee si troveranno a drenare risorse liquide sui mercati e limiteranno (se non l’hanno già fatto, e in abbondanza) le erogazioni di prestiti. Con ovvie ricadute negative sulle dinamiche di “crescita”.

 

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1 Commento


  • giovanni

    se si tiene conto del fatto che gli stress test sono truccatissimi per fare apparire in salute Deutsche Bank che è esposta sui derivati per cifre superiori di diverse volte al PIL tedesco, di fatto tutte le banche europee sono fallite.

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