Tira aria di crisi nel governo Monti, ma i diktat della sua agenda antisociale saranno l’ipoteca sul prossimo futuro, nonostante le elezioni e chi le vincerà. Serve un’agenda alternativa, nei contenuti e nelle forme del conflitto sociale.
I promotori dellla manifestazione del 27 ottobre – il No Monti Day – hanno deciso di convocare per sabato 15 dicembre a Roma, a partire dalle ore 10,00 presso il Centro Congressi Cavour (via Cavour, 50/a, nei pressi della Stazione Termini), un’assemblea nazionale per discutere e varare una piattaforma alternativa alle politiche di austerità e massacro sociale del governo Monti e di chi lo sostiene. Se il governo dei tecnici ha varato controriforme sociali e assunto vincoli in Italia e in Europa che centrodestra e centrosinistra sono impegnati a mantenere e rispettare come Agenda Monti, occorre invece definire una proposta alternativa che metta in discussione tutti i capisaldi di quell’agenda che, dopo la distruzione delle pensioni, della scuola pubblica, dei diritti del lavoro, annuncia la fine della sanità pubblica e programma nuove devastazioni ambientali da Taranto alla Val Susa.
L’Agenda No Monti Inizia con quattro punti fondamentali:
– Una politica di pace e di rifiuto della guerra, con il ritiro delle truppe da tutte le missioni militari al’estero, il taglio delle spese militari a partire dalla cancellazione degli F 35.
– La disdetta del Fiscal Compact e di tutti i patti di austerità, rigore e massacro sociale assunti in Europa, a partire da quelli di Maastricht e di Lisbona. La messa in discussione della insostenibile politica del debito che costa al paese cento miliardi di soli interessi all’anno. La cancellazione dell’obbligo al pareggio di bilancio inserito a forza in Costituzione.
– La cancellazione delle controriforme sociali e degli accordi di concertazione sindacale (a partire da quello del 28 giugno 2011 e quello recente sulla produttività), la lotta al supersfruttamento del lavoro e dell’ambiente con ingenti investimenti pubblici, finanziati con una tassazione fortemente progressiva di redditi, rendite e patrimoni, per l’istruzione e la ricerca pubbliche, il risanamento ambientale, i beni comuni, il lavoro e il reddito. La rivendicazione della riduzione dell’orario di lavoro e sua redistribuzione a precari e disoccupati.
– La ricostruzione di una democrazia reale e partecipata dai luoghi di lavoro al parlamento, all’informazione, dopo anni e anni di sopraffazione dei diritti e del pluralismo nel nome della governabilità e del modello maggioritario.
L’ assemblea per l’ Agenda No Monti svilupperà la discussone e le possibile convergenze tra le forze sindacali, politiche, sociali scese in piazza il 27 ottobre, intorno a questi punti fondamentali ed è aperta a tutte e tutti coloro che intendono opporsi alle politiche di Monti oggi e domani e, naturalmente, opporsi anche a chi le sostiene e le sosterrà oggi e domani.
scarica, fai circolare,diffondi il manifesto-locandina per l’assemblea del 15 dicembre
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Alfonso De Amicis
Con le prossime elezioni nulla cambierà. Si divertiranno media e gossipari. Per una Italia sempre uguale a se stessa, sempre prodiga a aiutare il vincitore, l’unica strada è quella intrapresa il 27 ottobre. Ricostruire il campo dell’alternativa. Riconquistare spazi di diritti e democrazia, sapendo che veniamo da 30 anni di sconfitte. Tuttavia la storia è una dea bendata chissà. L’angolo di osservazione da una città devastata e sconfita quale è L’ Aquila non aiuta però se loro fanno la lotta di classe a noi pare che occorre fare altrettanto. Mi piacerebbe organizzare un confronto tra il compagno Piccioni e il riformista(uso la parola in senso nobile)e Ferrero