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Ma quale boom, prepariamoci alla crisi…

Luigi Di Maio parla di «prossimo boom economico» grazie al digitale. La digitalizzazione comporta un aumento della velocità di circolazione della merce, l’abbattimento dello spazio attraverso il tempo. A che ciò si realizzi occorre che ci siano infrastrutture fisiche adeguate.

Negli anni novanta la Cina decise una fortissima infrastrutturazione: costruì reti telematiche, autostrade, ferrovie alta velocità. Hanno costruito mega porti e mega aeroporti, spedito satelliti in orbita, ecc.

In Europa e ancor più in Italia queste cose non si sono verificate. Trump ha deciso solo l’infrastrutturazione del paese con un piano di 1.500 miliardi di dollari, proprio per contrastare i cinesi. Ma ci vorrà tempo…

Alibaba, Amazon, Tencent non si spiegano senza l’infrastrutturazione fisica. Fate circolare le merci al sud o sul Grande raccordo anulare di Roma, o sulla tangenziale di Bologna e vedrete. L’infrastrutturazione è di fatto impedita in Europa; lo stesso Fondo Monetario Internazionale definì “scadente”, due anni fa, lo stato delle infrastrutture tedesche. Ci vorrebbe una politica fiscale espansiva a livello continentale. E colossali investimenti pubblici. Ma non si può fare: lo Stato deve star fuori dall’economia e lasciar fare al «mercato». Per questo l’Europa è indietro, e tale rimarrà.

Marx le definiva “condizioni generali della produzione”. Ma Marx è considerato «scaduto», roba dell’800. Ora abbiamo Cottarelli, Alesina e Il Sole 24 Ore che ci dicono cosa fare. Sono 30 anni che seguiamo le loro ricette e vediamo dove siamo finiti…

Molto probabilmente a marzo l’Istat certificherà la terza recessione economica in Italia dopo 11 anni. Non era mai successo nella storia d’Italia.

Tutto il mercato mondiale è del resto in forte rallentamento. Spia di ciò i dati cinesi di oggi riferiti a dicembre: export -4.4% (contro previsioni +5%), importazioni -7.6% (contro previsioni + 4%). La spia cinese ci dice che nel mercato mondiale inizia ad affacciarsi la recessione. Ma loro, almeno, come nel 2008, hanno messo in moto potenti misure per proteggersi da questa eventualità.

Ma di cose serie, in questo paese, non si deve parlare. Meglio riempire i giornali con dichiarazioni roboanti su stupidaggini o storie antiche

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