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L’industria aeronautica ed aerospaziale europea non conosce crisi

Si è concluso da poco – in Francia – l’AIR SHOW 2019 a Le Bourget.

All’inaugurazione erano presenti i capi di Stato delle principali potenze internazionali. Il 17 giugno scorso, con la partecipazione del francese Macron e dei ministri della difesa di tre paesi europei (Francia, Germania e Spagna) si è sottoscritto l’accordo per il Next Generation Fighter. E’ stato varato ufficialmente il programma per un nuovo sistema di combattimento aereo europeo (definito di sesta generazione).

Se la Spagna aderisce a tale programma (a trazione francese) l’Italia è, momentaneamente, fuori ma segue, in ogni modo, l’evolversi di tale progetto.

La 53° edizione dell’ AIR SHOW sarà ricordata per il lancio del nuovo Fighter che sancisce, di fatto, una divaricazione di interessi nel comparto del mondo della difesa e dell’aeronautica europeo. Sono coinvolte in tale programma l’AIRBUS (azienda leader a scala mondiale franco/tedesca) e la DASSAULT (azienda iberica) con partecipazioni anche della Mbda Systems and Thales con una spesa complessiva per i prossimi anni per 8 milioni di Euro.

L’Italia, al momento, non ha assunto, ancora, alcuna decisione definitiva perchè già impegnata in un accordo con i britannici, attraverso il progetto militare Tempest, che sta complicando i rapporti con gli altri paesi/partner europei.

Ciò che salta agli occhi – a questa edizione dell’AIR SHOW – è l’imponente crescita del fatturato e della rete di collaborazione che si ridefinisce continuamente attorno a questa “fiera commerciale”. Dagli Stati Uniti ad Israele, dai paesi del Golfo al Sud Africa c’è stato il pieno di affari e di accordi. In tale contesto, come da molti anni, la maggioranza della produzione trattata afferisce al settore militare (Bombardieri, Caccia, Aerei da trasporto, Veicoli da addestramento, da trasporto e il settore in espansione rappresentato dai Droni).

Ciò che emerge, scrutando i dati reali al momento e, soprattutto, le tendenze per i prossimi anni è la crescita dell’autorevolezza degli europei e la perdita di quote di mercato delle corporation statunitensi. Non è un caso che la BOEING è fortemente penalizzata dallo stop at work di un suo importante modello, il 737, coinvolto in numerosi incidenti per evidenti ed accertati difetti di progettazione e fabbricazione.

In questo contesto di accentuazione dei fattori della concorrenza tra blocchi politici ed economici si registra l’avanzata della Cina. Il dragone cinese, dopo i recenti successi delle sonde inviate nello spazio e la performance del vettore che sta studiando the dark side of the moon ha annunciato il varo di una prossima missione che dovrebbe portare presto ad un allunaggio. La Cina inoltre sta presentando il suo primo prodotto aeronautico civile – il Comac C 919 – un bimotore di linea a corto e medio raggio il quale risulta essere molto competitivo. Non è un caso sono in aumento le vendite in quei paesi africani ed asiatici verso cui la Cina sta sviluppando il suo dinamismo economico e diplomatico.

Tra i nuovi attori che si affacciano su questa dimensione della concorrenza globale c’è anche la Federazione Russa la quale, particolarmente, dopo l’esperienza accumulata con i veri e propri test nei cieli della Siria (ma anche in tutti i quadranti internazionali dove gli aeri russi “provocano” le difese NATO, come rivelano, con preoccupazione, le agenzie di informazione) inizia a mostrare un profilo più combattivo. Sono in produzione e già volano i nuovi jet da combattimento – i SU/57 – progettati per distruggere ogni tipo di bersaglio in risposta ai famosi/famigerati F/35 statunitensi.

Tra le notizie di questo AIR SHOW c’è anche l’acquisizione da parte di AIRBUS dell’azienda canadese BOMBARDIER che da anni è in difficoltà la quale sta dismettendo due importanti siti (in Marocco ed in Irlanda del Nord). Un ulteriore sintomo della ridefinizione dei principali attori in tale comparto.

Anche l’Italia cerca di assestare qualche colpo. La presenza del premier Conte all’AIR SHOW di Parigi non è passata inosservata. Attraverso la sua azienda, Leonardo (con oltre il 30% di proprietà nelle mani dello stato), l’Italia ha proposto un nuovo ed innovativo veicolo, un drone a controllo remoto (Remotely-Piloted-Air-System). Questo prodotto denominato Falco Explorer è stato progettato e costruito interamente da Leonardo SpA. Ed è sulla scia di questo dinamismo che l’Amministratore Delegato, Alessandro Profumo, ha potuto dichiarare alla kermesse parigina: “Leonardo investe continuamente in nuove capacità e tecnologie per garantire sempre la migliore risposta alle diverse esigenze del mercato”.

Il Drone completamento “sviluppato nei confini dell’Unione Europea” (che sempre più si approssima a dotarsi di una propria capacità/operatività militare continentale) potrà essere esportato in tutto il mondo non essendo soggetto alle restrizioni del regolamento internazionale sui materiali militari.

Inoltre questo modello di drone sarà certificato in conformità Stanag 4671 – lo standard della NATO – e sarà, quindi, idoneo al volo per i sistemi “pilotati da remoto” in uso ai paesi dell’Alleanza Atlantica. Infatti, fin da ora, il modello base del Falcom è stato adottato da 5 paesi (tra cui il Pakistan e l’Arabia Saudita) mentre la versione “evoluta” (Falcom/Evo) è stata assunta dall’ONU per le cosiddette missioni umanitarie.

Oltre questo nuovo modello Leonardo ha registrato una impennata di ordini per i nuovi M346 venduti come addestratori ma consegnati – alla bisogna – armati per eventuali scenari di conflitti in aree urbane. Tra i clienti principali di questa tipologia di veicoli c’è Israele, sempre l’Arabia Saudita e numerosi paesi africani in crescita economica.

L’AIR SHOW 2019 di Parigi, oltre alla grande mole di prodotti militari presentati e venduti, ha conseguito anche la chiusura di accordi sulla produzione civile che interessano gli stabilimenti Leonardo in Italia (particolarmente Nola e Pomigliano d’Arco).

Insomma ritmi e modalità della guerra commerciale in questo fondamentale e strategico settore conoscono nuova virulenza e segnano la soglia delle sfide tra le potenze imperialiste.

*Operaio della Leonardo, Nola

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