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Lo Svimez e il reddito di cittadinanza. Verità e mistificazioni

Nel suo rapporto annuale la Svimez rileva che Sembra che il Reddito di Cittadinanza stia allontanando dal mercato del lavoro anziché richiamare persone in cerca di occupazione1. Ovviamente si dimentica che il reddito di cittadinanza non ha come obbiettivo né immediato né principale il richiamare persone in cerca di occupazione. La sua subordinazione a logiche di workfare infatti ne snatura la funzione.

Nel rapporto si aggiunge “Un secondo problema è che il trasferimento monetario spiazza il lavoro perché tende ad alzare il salario di riserva e, di conseguenza, disincentiva il beneficiario ad accettare posti precari, occasionali, a tempo parziale2“. Un vero peccato. Eravamo così abituati a vedere giovani generazioni (e meno giovani) accettare qualsiasi tipo di lavoro. Eravamo così abituati ai donatori di lavoro, all’elemosina e alla sudditanza che vedere qualcuno che non accetta posti precari e occasionali ci sconcerta. Noi siamo infatti la Repubblica fondata sul lavoro (altrui).

Allarmato lo Svimez propone di uscire dalla “logica del sussidio monetario e presenta subito un’alternativa all’insegna della dispersione delle risorse mirando a “rendere il Reddito di Cittadinanza una parte di un progetto più ampio di inclusione sociale. Le risorse disponibili per il Reddito di Cittadinanza potrebbero finanziare, infatti, un sistema integrato di servizi per le fasce più deboli della popolazione, attraverso interventi mirati per contrastare l’abbandono scolastico, integrare i servizi socio-sanitari (asili nido, strutture socio-assistenziali per anziani) oggi carenti, rafforzare le politiche attive del lavoro, migliorando così la qualità della vita delle fasce piu’ fragili della popolazione e attivando, al tempo stesso, anche attraverso il mondo della cooperazione, occasioni di lavoro3.

Qui si scoprono gli precariato altarini. Alla fine quelli che il reddito lo odiano sono molti dei professionisti del volontariato, della cooperazione che in realtà sono professionisti del precariato e dell’asservimento comunitario (a titolo religioso e non). Senza contare che appunto tutti questi mini-interventi di carattere vago sono l’ideale per disperdere (spesso nelle tasche di questi professionisti) le risorse che verrebbero stornate dal reddito. Ebbene, cari miei al reddito non c’è alternativa.

Anche se ricostruiste lo Stato sociale degli anni gloriosi, anche se faceste il miglior Piano di lavoro possibile, la disoccupazione tecnologica sarebbe sempre lì ad aspettarvi, riportandovi, come l’oca del famoso gioco, al punto di partenza. Ovvero all’alternativa tra l’elemosina e il salario sociale inteso come base imprescindibile.

 

1https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/il-reddito-di-cittadinanza-sta-allontanando-le-persone-dal-mondo-del-lavoro/ar-AAJOnpN?ocid=WidgetStore

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