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Il giornale di Confindustria critica le ricette ordoliberiste di Bonomi

Ieri su IlSole24Ore c’erano due articoli di Cipolletta e Davide De Molli (Ambrosetti, quelli che fanno il convegno a Cernobbio con “la crema”) che ponevano la questione del come puntare sulla ripresa, visto che le catene globali quest’anno subiranno una contrazione fino al 34%, sul mercato nazionale e la domanda interna.

Cipolletta puntava tutto  su forti spese su sanità, istruzione, pubblica amministrazione (immagino massicce assunzioni), territori e città.

De Molli, dopo aver detto che l’austerità è stata necessaria post 2008, mette alcuni dati. La maggior parte dei lavoratori ha un reddito medio lordo annuale di 25 mila euro; “Gli stipendi dei nostri insegnanti, poliziotti, medici, infermieri, operai, impiegati, dirigenti, sono tra i più bassi in Europa“.

A oggi, metà delle famiglie (12,85 milioni di nuclei familiari) ha una possibilità di spesa limitata, ulteriormente ridotta dalla condizione di crisi e di incertezza che porta a ridurre tutti gli acquisti non indispensabili.

Quanto a disuguglianza l’indice di Gini in Italia è 36, in Gran Bretagna 34, in Francia 31. Il salario reale è cresciuto negli ultimi 20 anni del 20,3% in Francia, del 13,6% in Germania, appena dell’1,5%  nel nostro Paese.

Aggiungo io: se consideriamo anche l’aumento della tassazione negli ultimi 25 anni e il costo della vita post euro, la miseria del lavoro dipendente è sotto gli occhi di tutti.

De Milli è per forti aumenti salariali, in modo che la gente possa acquistare auto, beni durevoli e consumi vari.

Ora, chi mi conosce sa che non voto dall’inizio della Seconda Repubblica e non vedo tv. Ho sempre fatto la lode alla Prima con le gloriose lotte di un’intera generazione che portarono alla scala mobile, alla sanità, alle case popolari, all’istruzione di massa, ecc.

La Seconda Repubblica la vedo come la classica storia della colonna infame. 26 anni di infamia.

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