Nell’ultimo articolo ci eravamo lasciati con un punto interrogativo. Attendevamo i dati dei rapporti commerciali Usa-Cina.
Ebbene, oggi la testata giornalistica russa Sputnik International comunica che nel secondo trimestre la Cina ha compensato le perdite delle multinazionali a stelle e strisce sul mercato domestico, aumentando notevolmente la domanda di merci americane.
Molti marchi Usa hanno ammesso che la Cina li ha salvati dal fallimento finanziario. Tra le società beneficiarie della domanda cinese troviamo Tesla e Nike.
Le vendite della multinazionale americana Skechers sono diminuite in Usa del 42%, ma in Cina sono aumentate dell’11,2%. Dunque, nonostante la campagna terroristica di Pompeo e Trump, la Cina e il suo popolo non hanno voltato le spalle agli americani. Anzi confermano gli accordi commerciali di gennaio e dunque sostengono notevolmente la declinante capacità produttiva Usa.
Potrà apparire paradossale questa situazione, ma forse è il caso di considerare diversamente – rispetto a Repubblica o il Corriere – la saggezza del popolo cinese e della sua classe dirigente, cquando affermano di voler guardare sul lungo periodo e di cercare la prosperità per tutti i popoli.
Lo stesso Wall Street Journal rimarca il fatto che il mercato cinese sta sostenendo i prodotti americani. Dunque, dopo il boom dell’export tedesco in Cina, di cui abbiamo dato conto e che riguarda indirettamente gli stessi fornitori italiani, la Cina sostiene gli Usa. Il che, a medio termine, genera potenziali contraddizioni tra establishment economico e quello politico.
Va insomma oltre la campagna mondiale denigratoria e male ha fatto il nostro Paese a non dar seguito al Memorandum sulla Via della Seta. Gli altri criticano, ma intanto fanno mega affari.
Cominciamo ad essere intelligenti e strateghi, guardiamo in Oriente, è lì la nostra salvezza.
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