Rispondendo alle polemiche sull’acquisto unilaterale di vaccini oltre la quota concordate in sede europea, il ministro della Sanità tedesco Jens Spahn, ha affermato che la Germania ha optato per una strategia europea comune di approvvigionamento, ma la lenta burocrazia dell’Agenzia Europea per i Farmaci con sede ad Amsterdam ha irritato i funzionari tedeschi, ragione per cui la decisione di anticipare la data di approvazione del vaccino sarebbe arrivata dopo le pressioni di Berlino e di altre capitali europee.
“Ogni paese avrebbe potuto scegliere di acquistare il vaccino da solo“, aveva detto Spahn intervenendo al Bundestag il 16 dicembre scorso. “Ma abbiamo preso una decisione molto consapevole di percorrere questa strada insieme a livello europeo, perché insieme siamo più forti“.
Tuttavia, solo pochi giorni dopo quella dichiarazione, il governo tedesco ha deciso di garantirsi da solo una fornitura di altri 30 milioni di dosi di vaccino Pfizer/BioNTech (quest’ultima è una società tedesca, ndr) con un contratto bilaterale.
Il settimanale Der Spiegel è partito alla carica a testa bassa accusando la Commissione Europea di aver comprato “troppo poco, troppo tardi e a volte da produttori sbagliati”. L’UE non ha effettuato il suo ordine con Pfizer/BioNTech fino a novembre, dopo che il suo vaccino era diventato il primo ad essere approvato dalle autorità di regolamentazione occidentali.
Un ordine per 300 milioni di dosi con Sanofi, secondo Der Spiegel, si è rivelato una scommessa sbagliata: l’azienda francese ha posticipato la possibile approvazione per il suo candidato vaccino alla fine del 2021. Non si prevedono ulteriori 225 milioni di dosi di vaccino ordinate dalla tedesca CureVac fino alla prossima estate. Mentre il vaccino Moderna, di cui la commissione ha ordinato 80 milioni di dosi, dovrebbe essere autorizzato dall’EMA nella prima settimana di gennaio.
Il ministro della Sanità tedesco Spahn ha affermato di sperare che il 60% della popolazione del suo paese (83 milioni di abitanti) possa ricevere i due vaccini necessari per ottenere l’immunizzazione entro la fine dell’estate 2021.
Rispondendo ad una domanda dell’agenzia Agi, il ministero alla Sanità tedesco ha replicato alle polemiche sull’acquisto unilaterale di 30 milioni di dosi extra di vaccini. Secondo Spahn gli acquisti “nazionali” del vaccino anti-Covid sono previsti dall’accordo-quadro dell’Unione europea.
La Germania formalmente insiste nell’affermare di essersi sempre mossa all’interno di una logica europea: “No ai nazionalismi del vaccino”, aveva affermato lo stesso Spahn, che in un colloquio con la Bild Zeitung ha ribadito che “le decisioni si sono prese insieme nell’Ue, in nome della solidarietà”.
Le accuse rivolte da parte della Bild Zeitung al governo tedesco sono quelle di non essersi accaparrato una quantità sufficiente di vaccino. In sostanza, secondo il quotidiano, “il governo federale troppo a lungo si è affidato all’Ue”, tanto che “fino a giugno” il vaccino rimarrebbe “merce rara, persino per i gruppi a rischio”.
Una portavoce del ministero della Sanità tedesco, però ha così precisato la posizione di Berlino: “Parallelamente alla decisione di promuovere le aziende tedesche nella ricerca per un nuovo vaccino, sono state permesse anche distribuzioni nazionali. Con i partner europei l’intesa è che abbiano priorità le distribuzioni derivanti dai contratti europei”.
Dunque, il fatto che la tedesca Biontech sia socia della Pfizer è diventato il viatico per passare alle vie di fatto nell’acquisto di vaccini indipendentemente dalla commessa generale fatta a livello europeo.
La Commissione Ue, interpellata dall’Agi fa sapere che gli aggiustamenti nella distribuzione dei vaccini sono possibili tra gli Stati membri in base alle loro necessità e richieste, dato che “alcuni Paesi potrebbero essere interessati ad ottenere un maggior numero di dosi, mentre altri no”.
Il “cuore della strategia” vaccinale nell’Ue, ha dichiarato il portavoce della Commissione, è quello di mantenere “un approccio unito” e che la distribuzione avvenga basandosi sulla dimensione delle rispettive popolazioni: pertanto, “la distribuzione avverrà nell’ambito degli accordi di acquisto anticipato”.
Il piano è chiaro: l’intesa raggiunta “ha riservato 200 milioni di dosi ai cittadini europei” e offre adesso “un’opzione per acquistare fino a 100 milioni di dosi facoltative”, come annunciato da Bruxelles.
Ma su quante dosi di vaccini anti-Covid potrà contare effettivamente la Germania? Su 55,8 milioni di dosi attraverso l’intesa a livello di Unione Europea, più le 30 milioni dell’accordo “bilaterale” con BioNTech-Pfizer e le 50,5 milioni di dosi che arriveranno dalla società Moderna.
Sommandole, alla Germania vengono assicurate 136,3 milioni di dosi (di cui 13 milioni entro il primo trimestre 2021), che basterebbero per arrivare all’immunità di gregge in Germania, ossia coprire 68,2 milioni di cittadini su una popolazione complessiva di 83 milioni.
In più ci sarebbe la quota derivante dall’opzione delle 100 milioni di dosi aggiuntive annunciate dall’Ue. Ma il problema più che la quantità sembra essere quello dei tempi delle vaccinazioni.
L’Associazione dei produttori farmaceutici tedeschi annuncia che “già a gennaio saranno disponibili molte più dosi di vaccino, perché arriveranno in Germania quantitativi sempre maggiori prenotati dallo Stato“. Secondo quanto affermato dal presidente degli industriali farmaceutici, Han Steutel, “le capacità produttive dei vaccini vengono tutte aumentate in Germania, tra l’altro nelle sedi produttive di Magonza, Idar-Oberstein, Magdeburgo, Laubheim, Dessau, Brehna e Tubinga”.
Ma anche in Germania la pandemia di Covid 19 sembra essersi estesa e incattivita. In particolare, nella giornata di martedì 29 dicembre ci sono stati 1.129 decessi. Un altro picco, dopo che il 23 dicembre scorso era stata toccata la quota di 962 morti.
Il Paese ha superato la soglia dei 32mila decessi dall’inizio della pandemia. Le vacanze di Natale non hanno rallentato la diffusione. Il paese è da giorni in un rigoroso lockdown che durerà almeno fino al 10 gennaio.
Insomma la pandemia di Covid-19 sembra non fare sconti a nessuno, neanche alla Germania. E forse è proprio questa certezza/incertezza a scatenare le spinte a coordinarsi con i partner e nel frattempo ballare da soli, per essere pronti a tutto e non dare la sensazione di debolezza e vulnerabilità che una potenza non può permettersi.
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Manlio Padovan
“Geschaefte sind Geschäefte”, gli affari sono affari, è il motto di ogni buon tedesco.
Perché meravigliarsene se quanto dice la Ue deve essere in linea con la Costituzione tedesca mentre le altre Costituzioni sono solo dei pezzi di carta? Sono inostri politici che sono dei cialtroni e non sanno farsi rispettare: quelli i ieri, De Gasperi, e quelli di oggi.