Non dà soddisfazione ripetersi, ma le cose fondamentali vanno dette e quando necessario ribadite.
Ieri ho letto alle 7 un’intervista a Carlo Bonomi, presidente di Confindustria. Il nulla del nulla, nessun piano, nessun investimento, nessuna programmazione.
Unico leit motiv la richiesta di rendere totalmente liquida la forza lavoro, ossia senza diritti, da rendere quasi schiava. Oltre non vanno.
Ieri pomeriggio, invece, sul China Daily ho letto un articolo di Liu Qiao, della Peking University, a proposito del Piano Quinquennale cinese dei prossimi 5 anni.
L’architrave della politica economica è la produttività totale dei fattori produttivi, intesa, secondo l’autore, come apporto di risorse naturali, capitale, risorse umane input di lavoro, tecnologia (vaglielo a spiegare a Confindustria questo).
I cinesi vogliono raggiungere entro il 2035 il 65% della produttività totale dei fattori produttivi degli Usa, con un aumento medio annuo dell’1,95%. I cinesi si sono accorti che la produttività è calante nei settori labour intensive (per intenderci: tessile e similari) e puntano perciò su nuove infrastrutture e sul digitale.
Inoltre vogliono aumentare il prodotto interno lordo pro capite per diminuire l’apporto dell’export sul Pil. Tale rapporto era al 35% nel 2017, è passato al 18% nel 2019 e lo vogliono ancora diminuire.
Per fare questo l’apporto dei consumi interni passerà dal 39% del 2019 sul pil al 60% entro il 2035. Potete rendervi conto di cosa significhi questo: aumentare i consumi interni significa aumentare i salari e i servizi sociali universali (se un lavoratore spende meno per i servizi, può spendere di più per il resto).
Inoltre la produttività totale dei fattori produttivi, lato input lavoro, aumenterà con la diminuzione della forza lavoro rurale, attualmente al 27%, per farla arrivare al 6% del totale entro il 2035.
Per far questo, si riformerà l’hukou (il sistema in vigore dagli anno ‘50, che distingue tra abitanti rurali e delle città), e alla popolazione lavoratrice che andrà nelle città saranno garantire assistenza, sanità, alloggi, istruzione e formazione.
Lo sbocco lavorativo sarà nei servizi, i cui consumi esploderanno a danno dei consumi di beni. Inoltre sono programmate fortissime spese in ricerca e sviluppo.
Fate una comparazione con i nostri campioni. E vedete se per loro la produttività totale dei fattori produttivi è centrale.
Manco sanno cosa sia. Hanno la visione corta come quella di un batterio, avido ma cieco…
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