Menu

Finita l’era dell’abbondanza, scatta la riduzione obbligatoria dei consumi

Cominciano a prendere forma i piani di riduzione dei consumi energetici alla luce del prezzo del gas, che stamattina ha superato ogni record toccando i 315 euro a megawattora sul mercato spot.

Si tra di un livello 10 o 11 volte quello in vigore solo un anno fa, e che dunque spiazza completamente ogni tentativo di far quadrare i conti, sia per le bollette delle famiglie che per i bilanci aziendali delle imprese manifatturiere (soffrono ovviamente un po’ meno i servizi, a partire da quelli finanziari).

Il govero italiano è ancora impegnato soltanto in una “campagna pubblicitaria” tesa a far capire – ci prendono per stupidi, questo è certo – ai cittadini che la situazione non è proprio ideale, ma ancora non seria (promettono che gli stoccaggi in corso siano sufficienti per tutto l’inverno).

Un po’ più seri e drastici negli altri principali paesi europei.

Il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando al suo governo in un discorso trasmesso in tv, ha avvertito che la Francia deve affrontare la nuova era segnata dal cambiamento climatico e dall’instabilità causata dall’invasione russa dell’Ucraina che ha segnato “la fine dell’abbondanza“.

Credo che stiamo vivendo un punto di svolta o un grande sconvolgimento. In primo luogo perché stiamo vivendo la fine, o quella che potrebbe essere la fine, dell’abbondanza“.

A parlare di “crisi sistemica”, finora, eravamo quasi soli. Ora, con toni drammatici, anche i banchieri prestati alla governance sono obbligati a riconoscere che il modello di sviluppo fin qui dominante non regge più.

Fine dell’abbondanza” non è solo un segnale d’allarme dato con un linguaggio comprensibile, insomma. In ogni aspetto della vita sociale ciò si traduce in drammi e “sacrifici”, moltiplicati dal fatto che questi governi debbono naturalmente garantire l’intoccabilità dei profitti privati, anche nelle loro dimensioni (altrimenti andrebbe a farsi benedire quel tipo di “crescita”).

La Francia fin da ora unificherà le regole che vietano la pubblicità luminosa tra l’una e le sei del mattino e introdurrà a livello nazionale il divieto di lasciare aperte le porte delle attività commerciali riscaldate o climatizzate. Il provvedimento non dovrebbe riguardare però stazioni ed aeroporti.

Monumenti storici spenti di sera e una temperatura che non superi i 19 gradi negli edifici pubblici e negli uffici durante la giornata: questa la stretta varata dal consiglio di gabinetto di Olaf Scholz, in Germania, mentre non si esclude la possibilità di arrivare al razionamento delle docce, in caso – ovviamente – di una grave interruzione dell’approvvigionamento.

Non lo ha escluso il senatore Jens Kerstan: in caso di “una grave carenza di gas, l’acqua calda potrebbe essere resa disponibile solo in determinate ore del giorno“.

Intanto, è notizia ormai nota che il gas in Germania costerà più caro. “Un passo difficile ma necessario”. Con queste parole il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck ha commentato l’introduzione di una tassa sul gas che andrà a gravare sulle tasche dei consumatori tedeschi e anche delle imprese.

Il supplemento di costo applicato a tutti i consumatori sarà pari a 2,419 centesimi per kilowattora e imposto a partire dal primo ottobre. Resterà in vigore fino all’aprile 2024, con l’obiettivo di aiutare Uniper – il principale importatore di gas russo del Paese – e altri importatori a far fronte all’impennata dei prezzi.

Ma “le sanzioni alla Russia funzionano”, giura l’eurodeputata Pd Pina Picierno. Se l’intenzione era quella di far crollare il “modello europeo”, certamente sì…

Ma è più razionale pensare che siamo in mano a degli imbecilli senza alcuna idea di cosa fare e pronti ad obbedire agli input che arrivano dalle grandi imprese multinazionali, dal capitale finanziario e dalla Nato. Con questi risultati…

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

10 Commenti


  • Mauro

    Pagheremo caro pagheranno tutto ..


  • Giancarlo staffo

    L:occidente sta morendo, e spegne la luce “il Vento dell’est è più forte del vento dell’ovest”


  • Max

    Questa sarà la seconda grande guerra patriottica russa. Una volta hanno provato ad invaderla, stavolta con le sanzioni. Ma chi ci rimetterà non saranno sicuramente loro. Avanti così


  • Giovanni

    Purtroppo siamo in mano a degli strateghi eccelsi,tanto intelligenti che devono ragionare con la testa di qualcun’altro 🤮🤮


  • Raf

    Che fare


  • Agustin

    Uscire dalla Nato e divenire ambasciatori di pace. Ma i nostri politici non sono in grado di ragionare per il bene comune e sono nel libro paga americano !
    Stiamo già pagandone le conseguenze, mentre i guerrafondai si arricchiscono !


  • Pasquale

    Forse ancora non ci è chiaro che in Italia i partiti del parlamento sono solo dei comitati di affari al soldo dell’unico padrone Europeo che a sua volta è subordinato agli interessi della Nato. Solo se saremo capaci di imbastire una Rivoluzione organizzata riusciremo a salvarci.


  • Nicola Rossi

    Non vedo l” ora di tornare a vedere i muli tirare l” aratro


  • robig

    No , l’aratro è stato sostituito con il GPS . È il contadino che non ci sarà più.

    Questo per dire che tutto ciò non porterà nel tornare indietro , ma è un salto in avanti . Solo che l’unico fattore è essere eliminata nell’equazione è la persona.
    Carestia cibo , freddo , mobilità impossibile, perdita di ogni tipo di lavoro . Prima muori e meglio è perché la tecnologia deve andare avanti .
    È il grande reset.
    Nessuno farà più figli .
    Si calcola che tra 10 anni saremo la metà.


  • Paolo

    La chiosa finale dell’articolo è quanto pensano milioni di persone. Penso che purtroppo, solo con il voto, non si riesca ad incidere sul nostro destino, che vogliono già segnato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *