Dal nostro inviato. Cosa c’è in comune tra la miniera d’oro a Rosia Montana, in Romania, il treno ad alta velocità nei Paesi Baschi spagnoli, l’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, Francia, o la linea ferroviaria sotterranea che potrebbe passare sotto Firenze, Italia? Tutti sono, agli occhi di centinaia di attivisti che sono riuniti fino a lunedì 29 luglio a Stoccarda, in Germania, delle “Grandi Opere Inutili e Imposte”.
Cosa unisce tutte queste lotte locali, il cui eco supera spesso le frontiere? Come imparare dalle vittorie e dagli insuccessi degli uni e degli altri? Come costruire una rete internazionale di solidarietà e di competenze? Queste sono le domande che animano i dibattiti di questa terza edizione del Forum europeo contro le Grandi Opere Inutili e Imposte.
L’incontro si conclude lunedì 29 luglio con una manifestazione davanti alla stazione di Stoccarda che per il progetto di riqualificazione “Stuttgart 21″ mobilita da anni gli attivisti tedeschi chiamati i Wutbürger, i “cittadini arrabbiati”, un termine eletto “parola dell’anno 2010″ e che ora compare persino nel dizionario.
Riuniti nelle rimesse costruite in mattoni precedentemente utilizzate dalla Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche) e oggi dalla cultura alternativa, la maggior parte dei partecipanti si conoscono. Molti hanno i capelli brizzolati: militanti esperti di cause ambientali, anti-nucleari, anti-cemento, anti-capitaliste, che sono attivi da anni.
“STIAMO LOTTANDO SU ENTRAMBI I LATI DELLE ALPI, I NOSTRI INTERESSI SONO GLI STESSI “
Ritengono “faraoniche” le opere contro le quali continuano a combattere. Sono spesso infrastrutture di dimensioni internazionali, in parte finanziate dall’Unione europea, per cui l’evidente “coordinamento”, dice Paolo Prieri, dei “No Tav” italiani che si oppongono alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione (TAV). “Stiamo lottando su entrambi i versanti delle Alpi, i nostri interessi sono gli stessi, ma non sempre lo sono le condizioni politiche“, spiega, denunciando la morsa della mafia su progetti infrastrutturali, dalla parte italiana.
Ad alta voce spiega le “incongruenze” delle decisioni del governo, la mancata considerazione dell’opinione della popolazione. “E’ pazzesco, rimarca Paolo, sappiamo che in Francia l’opera rischia di essere rinviata, l’attraversamento ferroviario di Lione non è più una priorità, ma si è pronti a costruire a tutti costi la sezione internazionale del tunnel ! “
Uno scenario che non sorprende Amagoya Escudero, una giovane basca di 27 anni: “La lotta contro la linea ad alta velocità è cominciata quando avevo 7 anni, e oggi siamo alla totale assurdità, deplora la giovane insegnante di San Sebastian. Il governo basco insiste nonostante sappiamo che la sezione francese non sarà costruito prima del 2030 almeno.“
Ogni rappresentante delle ONG o associazione facilmente innesca l’entusiasmo di una platea convinta. Vincitore di applausi, Mihnea Bliariu, un’avanguardia transilvana, ha raccontato della lotta nella città di Rosia Montana contro il progetto di una gigantesca miniera d’oro a cielo aperto, concesso alla società canadese Gabriel Resources. “Sono venuto a imparare dalle esperienze altrui, spiega disinvolto questo trentenne dall’aria bonacciona. Dobbiamo assolutamente allargare la nostra lotta, perché il governo sostiene il progetto e i media, che ricevono molti soldi dalla pubblicità del Trust canadese, non ci aiutano per niente.”
“NON IN VENDITA “
Imparare dagli altri? Le tecniche di lotta sembrano molto simili da una città all’altra. Competenze scientifiche; feroci battaglie giuridiche; festival di strada ecc. In Romania, gli attivisti solidali con i circa 2.000 abitanti di Rosia Montana hanno srotolato i loro striscioni durante le partite di calcio o rugby – la squadra nazionale è sponsorizzata dalla società mineraria canadese – e si avvalgono del supporto di molti intellettuali e artisti, come l’attrice Maia Morgenstern.
In Europa, il coordinamento di tutti questi movimenti ha, nel caso di Rosia Montana, permesso di organizzare manifestazioni a Zurigo, in Svizzera, in occasione di un forum europeo aurifero, nel mese di aprile. O ancora di far annullare, durante una riunione generale della società tedesca di assicurazione Allianz, a Monaco di Baviera, la decisione di assicurare il progetto.
“Nu, este de vanzare“, “Questa proprietà non è in vendita”: il pannello viene apposto sulle case di Rosia Montana. Uno slogan comune che si può ritrovare per esempio a Notre-Dame-des-Landes, vicino a Nantes, o sull’isola di Fehmarn, nel nord della Germania, che si trova sul percorso di un futuro progetto ferroviario e stradale per la Danimarca.
La crisi economica, che restringe i bilanci pubblici degli stati li e ha portati a ripensare alcuni progetti, è considerato come una sorta di alleato. “In un certo senso, è quasi una fortuna, concorda Daniel Ibanez, impegnato contro la Torino-Lione, perché ci sono sempre meno fondi disponibili, europei o nazionali.” Tuttavia, nessun motivo per gli attivisti di abbassare la guardia, perché molti Grandi Opere Inutili e Imposte rimangono sul tavolo dei governi.
Qui un’infografica interattiva: Tour de France des «Grands Projets Inutiles»:http://www.lemonde.fr/planete/visuel_interactif/2013/07/01/au-pays-des-frondes-contre-les-grands-projets-inutiles_3438133_3244.html
Da http://www.democraziakmzero.org/2013/07/31/stuttgart-val-susa-europa
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