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Non acquistiamo più il gas russo dai gasdotti…. ma dalle navi gasiere

Il quotidiano economico Il Sole 24 Ore ci regala una perla di notizia, emblematica per confermare l’ipocrisia dell’Unione Europea e delle autorità italiane ma anche l’assurdità delle sanzioni alla Russia.

Per sostituire le forniture da Gazprom – più che dimezzate nei primi nove mesi di quest’anno – ci siamo rivolti anche a Mosca: nello stesso periodo l’export di Gnl russo nella Ue è aumentato del 46%” riporta il quotidiano.

“L’Europa consuma sempre meno gas russo e proclama di volersene liberare al più presto. Se però è in forma liquefatta, allora sembra disposta a chiudere un occhio: crollano solo le importazioni via tubo, mentre gli acquisti di Gnl – nonostante la guerra in Ucraina e le sanzioni – sono aumentati addirittura del 46% nei primi nove mesi di quest’anno” – scrive Il Sole 24 Ore – “A bordo di navi metaniere tra gennaio e settembre la Ue ha ricevuto da Mosca l’equivalente di 16,5 miliardi di metri cubi di gas, contro gli 11,3 Bcm dello stesso periodo del 2021. È quasi un quinto del totale delle nostre importazioni in forma di Gnl, che a loro volta si sono spinte ai massimi storici: 98 Bcm al 30 settembre (+66%)”.

In un inserto speciale dedicato alla questione, lo stesso Sole 24 Ore alcuni mesi fa spiegava  come fosse “intuitivo”, che il gas liquefatto sia generalmente più caro di quello che arriva (o arrivava) attraverso le tubature dei gasdotti. Oltre le spese di estrazione, per avere del GNL bisogna anche trasferire il gas in degli impianti che lo portano allo stato liquido (va raggiunta una temperatura di -162 °C); dopodiché il gas viene caricato sulle apposite navi per il trasporto. Una volta giunto a destinazione, il GNL deve essere rigassificato per poter venire immesso nella rete di distribuzione.

Il prezzo del GNL pagato dall’acquirente dipende da tanti fattori, come ad esempio la modalità d’acquisto: i contratti a lungo termine (dalla durata anche di venti-trent’anni) oppure il mercato spot (dove la compravendita è occasionale). I dettagli dei contratti non sono noti, però, perché coperti dal segreto commerciale.

Il gas liquido che riceve il nostro Paese a settembre ammontava a 9,97 miliardi di metri cubi annui, corrispondenti al 13% del fabbisogno totale, meno della metà di quanto ce ne fornisce Gazprom, 29 mmc.

Dunque lo scenario imposto dalle sanzioni europee alla Russia è che l’Italia (e la Ue) non si fanno più arrivare il gas dai russi cattivi attraverso i gasdotti…ma attraverso le navi, pagandolo ovviamente di più. Per compensare il buco lo faremo arrivare con le navi anche dagli Stati Uniti, ovviamente a costi più alti di quello che arrivava dai gasdotti.

Si rimane decisamente indecisi se invocare un TSO o un tribunale speciale per i decisori italiani ed europei in materia di sanzioni e di energia.

 

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