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La povertà in Italia rilevata poco e male. Ma in Europa non va meglio

La spesa per consumi non è l’unico parametro per rilevare gli status di disagio economico. I dati elaborati da Eurostat Eu-Silc al giugno 2023 consentono di inquadrare la povertà da punti di vista differenti, restituendo così un quadro più preciso e più veritiero.

In Italia invece l’Istat individua le famiglie o le persone in condizioni di povertà assoluta utilizzando come soglia il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza

Diversamente, i primi due indicatori di relativo disagio economico rilevabili dai dati Eurostat, riguardano la capacità delle famiglie di far fronte a spese impreviste e la possibilità o meno di sostenere le spese per una settimana di vacanza lontano da casa, durante l’anno preso a riferimento.

Tra le possibili spese impreviste considerate, troviamo per esempio quelle per un’operazione medica, la sostituzione di un elettrodomestico rotto o dell’automobile, o un funerale in famiglia.

Utilizzando i dati Eurostat, emerge che nel 2022, il 33% delle famiglie Italiane non sarebbe stata in grado di affrontare una spesa imprevista e il 34% ha dichiarato di non avere le risorse necessarie per permettersi una settimana di vacanza lontano da casa, durante l’anno.

Con questi parametri, la situazione italiana non è dissimile da quella di altri paesi europei. Nel 2022, la percentuale di famiglie che non erano grado di far fronte a spese impreviste è risultata del 36% in Spagna, del 34% in Germania e del 31% in Francia.

La percentuale di famiglie senza invece le risorse necessarie per permettersi una settimana di vacanza, sempre durante il 2022, è risultata pari al 34% in Spagna, al 25% in Francia e al 22% in Germania.

Ci sono poi altri due indicatori utili per individuare situazioni di relativa povertà economica. Rispetto ai due indicatori precedenti, quest’ultimi hanno l’obiettivo di inquadrare situazioni particolarmente gravi di disagio economico, riguardando appunto bisogni primari come l’alimentazione e le condizioni abitative.

Nel 2022 in Italia circa il 7.5% delle famiglie non è stata in grado di permettersi almeno ogni due giorni un pasto a base di carne o pesce, e circa il 9% ha riscontrato difficoltà nel mantenere la propria abitazione adeguatamente riscaldata.

Se guardiamo ad altri Paesi europei, nel 2022 la percentuale di famiglie con difficoltà nel sostenere le spese alimentari è risultata dell’11% in Germania, del 10% in Francia e del 5% in Spagna. Nello stesso anno, la percentuale di famiglie che non hanno potuto mantenere adeguatamente riscaldata la propria abitazione è stata del 17% in Spagna, del 11% in Francia e del 7% in Germania.

Insomma anche sul terreno della diffusione della povertà se l’Italia piange gli altri paesi europei non ridono affatto. Ci deve essere “qualcosa che non va” nel sistema economico vigente da troppo tempo in Europa.

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1 Commento


  • AURELIO PALAZZONI

    Questo non e’ che l’inizio , basti pensare al prezzo del gas made in usa con un prezzo triplicato .Poi tutto il resto

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