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Cosa c’è nell’indagine UE “contro i sussidi all’elettrico cinese”

In primo luogo, l’indagine riguarda i nuovi veicoli elettrici a batteria fino a 9 passeggeri. Non comprende gli ibridi, gli ibridi plug-in e i motocicli.

In secondo luogo, con un notevole distacco dalla prassi precedente, l’indagine è stata avviata autonomamente dalla Commissione Europea. Diverse dichiarazioni della Commissione confermano che il rischio di ritorsioni contro i produttori dell’UE è stato il motivo principale di questa scelta.

In terzo luogo, le sovvenzioni prese di mira includono:

 – trasferimento diretto di fondi e potenziali trasferimenti diretti di fondi o passività

 –  agevolazioni fiscali (alias “rinuncia a entrate pubbliche o mancata riscossione”)

 – forniture governative di beni o servizi per una remunerazione meno che adeguata (input sovvenzionati)

La CE cita:

 – sovvenzioni bancarie statali, prestiti, crediti all’esportazione e linee di credito o obbligazioni garantite da banche statali:

 –  assicurazione preferenziale sulle esportazioni;

 – riduzioni ed esenzioni fiscali su importazioni, esportazioni, dividendi e IVA;

 –  importazioni sussidiate (es. materie prime, componenti) e servizi

In quarto luogo, la CE non ha ancora riscontrato alcun pregiudizio, ma il caso si basa sulla minaccia di pregiudizio.

La CE ritiene che i prezzi dei veicoli elettrici sovvenzionati siano significativamente inferiori a quelli dei veicoli elettrici dell’UE, deprimendo i prezzi e impedendo gli aumenti di prezzo, in modo da esercitare una pressione significativa sulle vendite, sulle quote di mercato e sui margini di profitto dell’UE.

La CE ritiene che ciò sia “particolarmente rilevante” nel caso in cui l’industria europea dei veicoli elettrici debba raggiungere volumi di vendita più elevati nel mercato dei BEV per assorbire gli ingenti investimenti necessari per rimanere competitiva nella transizione verso la completa elettrificazione.

Secondo l’UE, quindi, un’ondata di importazioni cinesi di BEV a basso prezzo che conquistassero quote di mercato significative in un mercato in crescita porterebbe l’industria europea a subire pesanti perdite che potrebbero rivelarsi rapidamente insostenibili.

In quinto luogo, il periodo dell’inchiesta sulle sovvenzioni e sul pregiudizio è – come nella maggior parte delle azioni di difesa commerciale dell’UE – l’anno precedente, quindi dal 1° ottobre 2022 al 31 settembre 2023.

I dati macroeconomici sul pregiudizio dell’industria europea sono raccolti per il periodo precedente di 3 anni (a partire dal 1° gennaio 2023).

In sesto luogo, le aziende interessate a partecipare al campione devono registrarsi al procedimento entro un breve periodo di 7 giorni. Altrimenti, come di consueto, le osservazioni sono benvenute entro un periodo di 37 giorni.

Spiegando la decisione di avviare un procedimento anti-sovvenzioni e non anti-dumping (i dazi nei casi di AD sono di solito molto più alti di quelli di AS), la CE ha spiegato che lo scopo non è quello di chiudere il mercato UE alle importazioni, ma solo di controbilanciare le sovvenzioni fornite all’industria della RPC.

Questo conferma che lo scopo dell’indagine è quello di essere utilizzata come strumento di contrattazione con i cinesi sui sussidi all’industria verde, e non come strumento di protezione del mercato.

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