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Accordo Ue-Mercosur. Scontri in piazza e divaricazioni tra i governi europei

Le proteste degli agricoltori a Bruxelles hanno bloccato nuovamente l’accordo Unione Europea-Mercosur e riaprono il dibattito sul suo impatto sociale.

Centinaia di trattori hanno fatto occupato giovedi il centro di Bruxelles e hanno portato a scontri con la polizia durante una protesta di massa degli agricoltori europei contro l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, mentre i leader del blocco dibattevano il futuro del patto ai margini di un vertice chiave del Consiglio Europeo.

Le manifestazioni, guidate da produttori rurali di diversi paesi, hanno visto blocchi stradali, lancio di fuochi d’artificio, patate e uova, e l’intervento delle forze di polizia belga con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.

Le organizzazioni del settore stimano che in piazza sono scese circa 10.000 persone e che più di 150 trattori hanno bloccato il quartiere delle istituzioni europee della capitale belga. L’asse della rivendicazione era il rifiuto dell’accordo commerciale, che accusano di consentire una concorrenza sleale per l’ingresso di alimenti sudamericani prodotti secondo standard ambientali e sanitari meno rigorosi.

L’episodio ha nuovamente messo in luce le forti tensioni politiche che attraversano la fase finale di un accordo negoziato da oltre vent’anni. Mentre la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha detto di sperare ancora di portare avanti la firma, Francia e Italia hanno raddoppiato le loro obiezioni. Il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito che il suo paese non avrebbe sostenuto il trattato senza garanzie più forti per gli agricoltori europei, affermando che “l’accordo non può essere firmato così com’è”, promettendo però di bloccare qualsiasi tentativo di imporlo senza ulteriori garanzie.

Dal lato sudamericano, Lula da Silva è stato esplicito nel sottolineare che il momento politico è “ora o mai più.” Per il governo brasiliano, l’accordo consoliderebbe l’accesso al mercato europeo in uno scenario globale segnato dall’avanzamento del protezionismo, dalle tensioni commerciali e dal rallentamento della domanda cinese.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto al presidente brasiliano di avere “pazienza” per posticipare la firma prevista per il 20 dicembre. Lo stesso Lula ha confermato la richiesta dopo una conversazione telefonica e ha sottolineato che la Meloni ha richiesto un’attesa di una settimana, dieci giorni o un mese, mentre l’Italia andrà a definire la sua posizione definitiva. Il presidente brasiliano ha avvertito che porterà la proposta al Mercosur per valutare “cosa fare”, in un contesto in cui il Brasile sta spingendo per concludere un accordo che considera strategico.

Differentemente da Italia e Francia, la Germania, la Spagna e i paesi nordici sostengono invece il trattato Ue-Mercosur come strumento per sostenere le esportazioni industriali e rafforzare la posizione dell’Europa nel commercio internazionale.

Visto dai paesi del Mercosur, in termini commerciali, l’accordo prevede che l’Unione Europea conceda accesso immediato senza dazi a circa il 74 percento delle esportazioni del Mercosur, una percentuale che salirà al 92 percento entro un massimo di 10 anni. Nel caso dei prodotti agroindustriali, circa l’82 percento avrebbe un alleggerimento fiscale totale, una parte immediata e un’altra sfalsata nel tempo.

Per l’Argentina, ad esempio, ciò apre opportunità in settori in cui c’è già una presenza nel mercato europeo, come farina di soia, arachidi, carne, miele, vini, oli essenziali, limoni e prodotti ittici, così come in beni attualmente esportati verso altre destinazioni che potrebbero entrare nell’Unione Europea se verranno rispettati i rigorosi standard tecnici e sanitari.

Uno dei rischi principali è l’erosione delle preferenze nel commercio intra-blocco all’interno del Mercosur. Si stima che circa il 13 percento delle esportazioni argentine verso il Brasile sarebbe esposto a una maggiore concorrenza europea, con il settore automobilistico come il più colpito. Inoltre, si prevede un aumento delle importazioni dall’Unione Europea, parte della quale sostituirebbe i fornitori regionali.

Fonti: Pagina 12, Resumen Latinoamericano

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