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Esplosione in una scuola a Brindisi, morta una studentessa

Una esplosione si è registrata poco prima delle 8 di questa mattina all’esterno dell’Istituto professionale ‘Morvillo e Falcone’ di Brindisi. Otto studentesse sono rimaste ferite in modo non grave, insieme a due passanti. Una ragazza – Melissa Bassi di 16 anni, di Mesagne – è morta poco dopo l’esplosione, un’altra, un’altra sedicenne di Mesagne sarebbe in gravissime condizioni dopo l’operazione alla quale è stata sottoposta nel tentativo di salvarla. 

Notizie confuse finora anche sulla dinamica dell’esplosione: secondo le prime voci si sarebbe trattato di due ordigni collocati dentro due zaini, dietro un grande tabellone pubblicitario, proprio di fronte alla scuola mentre le ragazze si apprestavano ad entrare nell’edificio per l’inizio delle lezioni. 
Un’altra ipotesi è che si sia trattato di due bombole collegate tra di loro da un innesco,  piazzate all’interno di un cassonetto della spazzatura vicino alla scuola. Il cassonetto blu per la raccolta differenziata della carta solitamente non si trovava davanti alla scuola ma era un po’ più lontano, affermano gli investigatori, che pertanto ipotizzano che sia stato volutamente spostato davanti all’istituto professionale.
Ma poi alcune fonti hanno cominciato a parlare di una fatalità, di una bombola di gas che sarebbe esplosa causando addirittura il crollo di uno dei muri di cinta dell’istituto scolastico.
Poi nel corso della mattinata ha preso piede sui media un’altra versione: si tratterebbe di due o più bombole di gas collegate tra loro da un timer e piazzate a poca distanza dall’ingresso secondario della scuola, esplose proprio mentre alcune studentesse scendevano da un autobus scolastico proveniente dalla cittadina di Mesagne. 

L’ipotesi dell’attentato mafioso sta prendendo però sempre più corpo a causa del nome della scuola, dedicata al giudice Falcone, e del fatto che per oggi è previsto l’arrivo nella città salentina della ‘Carovana contro le mafie’ organizzata dall’Associazione Libera, iniziativa che dovrebbe concludersi a Capaci il 23 maggio prossimo, in corrispondenza con l’anniversario della strage. Inoltre l’esplosione è avvenuta in Via Galanti, a poca distanza dal Tribunale. 

Secondo alcuni analisti invece si tratterebbe di “un messaggio” da parte della Sacra Corona Unita in risposta all’arresto a Mesagne – in provincia di Brindisi – di 16 persone aderenti alla mafia pugliese lo scorso 9 maggio. Secondo alcune interpretazioni ad essere prese di mira, consapevolmente, sarebbero state proprio le studentesse provenienti da Mesagne. L’ordigno sarebbe stato azionato a distanza per mezzo di un telecomando attivato proprio al momento dell’attivo dello scuolabus. Secondo alcune fonti sarebbero stati però trovati i resti di un timer artigianale, e quindi l’ipotesi del telecomando sembra scemare. Ma non quella che l’obiettivo degli attentatori fossero le ragazze di Mesagne, che in genere arrivano a scuola una decina di minuti prima delle studentesse di Brindisi, essendo legate agli orari dello scuolabus.

Gli studenti intanto hanno abbandonato tutte le scuole dopo che si era diffusa la notizia, rivelatasi poi falsa, che un altro ordigno fosse stato ritrovato in un altro istituto scolastico di Brindisi.

Per ora le forze dell’ordine e i magistrati accorsi sul posto non rilasciano dichiarazioni ufficiali, dando adito a voci e speculazioni – sembra che gli ordigni fossero addirittura 3, esplosi a pochissima distanza l’uno dall’altro – mentre i media stanno trasformando il lutto e l’indignazione dei cittadini in una ennesima occasione di visibilità, in una passerella per gli esponenti politici dei diversi schieramenti. Anche i giornalisti non sono da meno, con il Corriere della Sera che si distingue per sciacallaggio spiattellando sulla homepage del suo sito alcune foto di Melissa, la prima vittima.

C’è inoltre da aspettarsi che, quale che sia la matrice dell’attentato, governo e apparati di sicurezza utilizzeranno l’emozione suscitata all’interno dell’opinione pubblica dall’episodio di questa mattina per varare un’ulteriore stretta securitaria nel paese, già approntata utilizzando l’assai ambigua e incerta rivendicazione ‘anarchica’ per la gambizzazione a Genova del manager di Ansaldo Nucleare. Anarchici al nord, mafiosi al sud: un binomio sempreverde nella storia buia di questo paese…

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1 Commento


  • francesco buffa designer

    Non credo alla pista mafiosa, anche se tutto semplicisticamente sembra indicare la pista mafiosa, dal nome della scuola a tutta una serie di anniversari e di eventi che porterebbero infatti immediatamente a riconoscere una pista mafiosa. Al di la della possibile mente di un mostro che vorrebbe determinare morte per porre in essere la propria mostruosità, realtà incomprensibile che di fatto disgraziatamente esiste, la pista più credibile è quella politica, pertanto, nelle prossime ore o nei prossimi giorni sono certo che i veri criminali che hanno organizzato tanto orrendo schifo, dietro al quale sono convinti di essere ben nascosti, si presenteranno per raccoglierne i frutti, intesi come consenso popolare che permetterà una criminale affermazione. Questa “strategia della tensione” in Italia non è certamente la prima volta che si presenta con l’intensione di destabilizzare lo stato, di creare confusione, con l’intento di porre al comando dello Stato “certi uomini” che il popolo dovrebbe accettare per sconfiggere questi momenti di paura e di incertezza. Basterà ricordare piazza Fontana, piazza Della Loggia, la stazione di Bologna . . . . e si potrebbe continuare. Il momento storico che stiamo vivendo, è perfetto per manovre così vigliacche, basti pensare alla disoccupazione crescente, a stipendi e pensioni che non consentono di vivere con sicurezza, a tasse vessatorie che producono ogni giorno suicidi e le relative proteste che spaventano chiunque, mentre un gruppo di ricconi giocano al governo, “professori” che non hanno mai riempito un carrello della spesa, che non sanno quanto costa un litro di latte ecc. . . insomma, ci sono tutti gli ingredienti per accogliere l’uomo “forte” che non tarderà a presentarsi all’orizzonte, anche perché l’esito di queste ultime elezioni e il fatto che siamo alla vigilia dei ballottaggi, hanno suggerito a questi criminali di non perdere altro tempo. È solo questione di poco, le menti criminali travestite da agnelli, verranno fuori in tempi brevi, speriamo però che non creino nel frattempo altre vittime e che Dio ci protegga facendo cadere questi criminali in una trappola tesa da quella magistratura che da tempo corre il rischio di essere annientata da quei delinquenti che da tempo la insultano apertamente, tentando di distruggerla . . .

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