Domani 2 luglio è prevista a Vicenza l’inaugurazione dell’aereoporto militare Dal Din, risultato di un accordo segreto, tra il precedente governo Berlusconi e il sindaco di Vicenza Hullweck, che si rese disponibile ad accogliere nel territorio vicentino una nuova base americana. Fin dall’inizio si è costituito un movimento che con i suoi contenuti cercava di far coniugare la necessità della salvaguardia del proprio territorio e dei beni comuni, con il NO alla presenza USA e alle violenze dell’imperialismo. Il progetto di una base militare a Vicenza è utile agli USA per riunire le Brigate aviotrasportate e dislocarle in posizione strategica. Ciò per permettere agli USA un rapido intervento militare nel vicino Medioriente, nuovo territorio da conquistare e strettamente legato agli interessi e alle strategie colonialiste del sistema economico internazionale ( fonti energetiche gas-metano, petrolio).
Ma Vicenza sembra destinata ad essere il regno della militarizzazione e delle servitù militari. La base statunitense di Camp Ederle è ancora piazzata in mezzo alla città, mentre poco in più c’è la caserma del nuovo corpo della Gendarmeria Europea (chissà se si spiano vicenda?).
Intanto ieri pomeriggio 300 operai dell’Altrocomune con caschetto, pettorina e cesoia, si sono presentati di fronte a Site Pluto – l’installazione militare statunitense sotto i Colli Berici – smontandone completamente la recinzione. Base Pluto è un retaggio della Guerra Fredda, con bunker atomici inaccessibili alle autorità italiane di cui gli statunitensi continuano a detenere il controllo. L’anno scorso avevano annunciato un progetto di ammodernamento del sito, ma, dopo le mobilitazioni, hanno deciso di congelarlo.
Per domani a Vicenza è stata convocata una fiaccolata contro le basi militari.
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