La legge non è uguale per tutti, lo sappiamo ebene. Così, all’interno della stessa Procura, possono coesistere – conflittualmente, crediamo – un’ala attenta alla salute e ai diritti della popolazione e un’altra – all’opposto – convergente con gli interessi delle imprese assassine.
Avviene persino alla Procura di Torino, fino a qualche giorno fa diretta da quel Giancarlo Caselli che ha asunto da sempre come nemico la “resistenza popolare” agli interessi privati. Lì ha certamente lasciato al sua traccia l’operato di Raffaele Guariniello che, al contrario, ha preso a parametro gli interessi collettivi. Non tutto è perfetto, naturalmente, ma la differenza si vede.
Ci sarebbero 20 indagati a conclusione dell’inchiesta sulla Stamina Foundation aperta dalla procura di Torino (ala Guariniello).Nei 20 rientrano gli otto nuovi avvisi di garanzia che sarebbero pronti e che riguardano anche Davide Vannoni, fondatore e guru della Stamina Foundation.
Gli avvisi riguardano le stesse persone che fanno riferimento agli Spedali Civili di Brescia e alla Regione Lombardia sui quali, poco prima dello scorso Natale, gli ispettori inviati dal pm Raffaele Guariniello avevano svolto approfondimenti. Agli altri 12 indagati la Procura di Torino aveva già mandato avviso di chiusura indagini nell’agosto 2012.
Vannoni è indagato, oltre che per somministrazione di farmaci imperfetti ed esercizio abusivo della professione medica, anche per violazione della legge sulla privacy. Sul profilo Facebook della Fondazione, infatti, è stato pubblicato un video – che il Garante per la privacy ha appena chiesto a YouTube di rimuovere – con i presunti miglioramenti di una bambina torinese dopo la cura. La famiglia della piccola si era rivolta alla trasmissione televisiva di Rai Tre ‘Presa Diretta’ dove aveva sostenuto di avere pagato 50 mila euro per infusioni praticate a Trieste senza che poi ci fosse stato alcun cambiamento.
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