Hanno protestato per giorni davanti alla sede dei servizi sociali del Comune di Cagliari dopo la riduzione dei sussidi per le persone meno abbienti, alcuni dei quali non pagati da ormai tre mesi. E poi, visto che non arrivavano risposte, una sessantina di manifestanti hanno letteralmente assediato gli uffici della circoscizione nel quartiere popolare di San Michele bloccando Via Abruzzi per diverse ore e contestando duramente l’assessore alle politiche sociali Minerba. Già lunedì della scorsa settimana il quarto piano della sede del municipio di via Sonnino era stato occupato da un nutrito numero di famiglie in emergenza economica, convincendo dopo qualche giorno il comune alla firma dei mandati di pagamento dei sussidi che però all’inizio della settimana non erano ancora arrivati a destinazione. Il problema, ha spiegato nei giorni scorsi un dirigente dei servizi sociali di Cagliari, Alessandro Costa, è che «le domande sono passate da 1.100 a 1.700 tra gennaio e febbraio, mentre le risorse a disposizione sono rimaste invariate. A gennaio abbiamo erogato contributi per 321.000 euro ma, da febbraio e per tutto l’anno, dobbiamo fare i conti con una disponibilità minore, di circa 260.000 euro al mese».
Alla fine, esasperate, lunedì pomeriggio una decina di donne hanno deciso di passare all’azione e sono prima entrate in un supermercato “Auchan” a Santa Gilla e poi in un “Ld” in via Simeto, e dopo aver riempito i carrelli sono andate via senza pagare dichiarando di “non avere i soldi per dare da mangiare alle loro famiglie”.
Come in altri casi simili in passato, gli addetti alla sicurezza dei supermercati hanno immediatamente richiesto l’intervento delle forze dell’ordine che hanno bloccato e poi denunciato per furto le dieci protagoniste della ‘spesa proletaria’. “Chiaramente c’è tutta la comprensione umana possibile per queste persone che hanno gravi difficoltà economiche che non consentono loro di sfamare le loro famiglie – ha dichiarato alle agenzie di stampa il Questore di Cagliari Filippo Dispenza – Devo richiamare l’attenzione di queste persone sul fatto che tali comportamenti sono illegali ed in ogni caso costituiscono reato di furto aggravato. Episodi di questo genere rischiano di degenerare in rapine quantomeno improprie se qualcuno si opponesse a tali illeciti comportamenti. Sarebbe opportuno si rivolgessero in maniera anche più pressante, senza porre in essere alcuna violenza, ai servizi socio-assistenziali del Comune”.
Evidentemente qualcuno pensa di risolvere le contraddizioni sociali create dall’austerità, dai tagli e dalla riduzione dei diritti sociali attraverso l’uso estensivo della polizia e della magistratura. Ma la situazione in molte città è incandescente.
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