Il ragazzo non è simpatico. Non fa nulla per cercare di non farsi odiare e, a lunghi tratti, risulta praticamente impossibile farselo piacere.
Icona culturale, simbolo di tutto e del contrario di tutto, vittorie e sconfitte, cori a favore e contro, macchine di lusso, girls girls girls. Ad appena 23 anni, Mario Balotelli è già un simbolo del calcio italiano, nel bene e nel male. I rotocalchi sportivi adorano i tipi come lui, che tutti i giorni offrono qualcosa da scrivere. La prosa moralisteggiante dei vari soloni ha trovato in lui una valvola di sfogo perfetta, e allora abbondano le metafore e gli aneddoti, nella curiosa convinzione che tutti, prima o poi, abbiano bisogno di una lezione di vita.
Lui è reduce da un campionato non esaltante con il Milan, tra i soliti eccessi e qualche bel gol. Gli italiani, in fondo, guardano con sospetto la sua pelle nera. Quando va male si dice che «se fosse bianco lo avrebbero già linciato», ma quando va bene è l’eroe dei due mondi. La verità è che lo linciano lo stesso e che qualche buona cosa l’ha sempre fatta vedere, poi ha un carattere difficile e il fatto di essere diventato incredibilmente ricco già da adolescente, certamente, non lo ha aiutato. Fanculo lo stile e la buona creanza, qui si naviga nell’oro. Finché il presidente paga.
Il calcio è soprattutto narrazione popolare, libro dei sogni popolato da fantasmi, maghi e rigattieri. Lui è solo un ragazzo, molto fortunato, se vogliamo. Il suo agente, l’ex pizzaiolo Mino Raiola, sa di avere un tesoro in mano e ciò che rende un tesoro prezioso è la sua unicità. Balotelli, a suo modo, è unico. Un punk, in fondo. «Non fare di me un idolo, mi brucerò. Se divento un megafono, m’incepperò» cantava Giovanni Lindo Ferretti, vent’anni fa. Lui si è inceppato più volte e sta disperatamente cercando di bruciarsi. Poi con l’Inghilterra ha segnato. Tutti lo festeggiano e dicono di averlo sempre saputo, che è un campione. In realtà ha fatto solo il centravanti, sabato sera. E questo dovrebbe bastare.
Ma, state sereni, se sbaglia la prossima partita, già torna sulla graticola.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa