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Napoli: lo sciopero generale comincia presto, in piazza lavoratori e studenti

Giornata campale oggi per gli attivisti sociali e sindacali della Campania. Si inizia prima dell’alba con il sostegno allo sciopero dei lavoratori dei trasporti che dovendo rispettare le cosiddette fasce orarie di garanzia iniziano il turno alle 5. O meglio: dovrebbero iniziare, perché un centinaio di attivisti dei movimenti  sociali napoletani attua un blocco ai cancelli del deposito ATM di via delle Puglie  per impedire l’uscita dei mezzi e sostenere così in maniera attiva lo sciopero generale dell’Unione Sindacale di Base e degli altri sindacati conflittuali. 

Soltanto l’arrivo di una decina di volanti della polizia permette di rimuovere, senza incidenti, il blocco. Ma ormai è tardi, sono quasi le 7, e soltanto una quarantina di mezzi su 120 riescono ad uscire in strada per pochi minuti perché alle 8 è previsto il rientro nei depositi. Il blocco si svolge senza tensioni poiché i lavoratori ATM familiarizzano fin da subito con gli attivisti e ne apprezzano  il sostegno. Anche lo sciopero è perfettamente riuscito tra i lavoratori ATM. Terminata la fascia di garanzia non esce un solo mezzo dai depositi. Ferma dalle 9 in poi anche la linea della metropolitana 1. Disagi notevoli per i cittadini ma d’altronde uno sciopero serve proprio a questo.  A rimarcare l’importanza del proprio lavoro.

Alle 9.30 invece appuntamento in Piazza Mancini nei pressi della Stazione Centrale per la partenza del corteo contro il governo Renzi e le sue politiche di smantellamento dello stato sociale e dei diritti acquisiti, contro il job’s act e l’abolizione dell’articolo 18.

Presenti in piazza duemila persone circa. Lo striscione che apre il corteo è tutto politico: cacciamo Renzi e la Troika – lavoro salario diritti reddito. Tanti i lavoratori della scuola, gli lsu, i precari dei servizi, i disoccupati di Giugliano e Casoria, i migranti, i pubblici dipendenti, gli operai dei Consorzi di Bacino e del privato sociale. Un variegato mondo del lavoro unito dal disagio e all’immiserimento costante, che vede in Bruxelles la principale origine dei propri mali, con i diktat della UE e della BCE  che vanno a determinare le politiche nazionali e la cancellazione delle tutele conquistate in decenni di lotte sindacali e politiche.

L’umore dei partecipanti è come il cielo di oggi a Napoli, cupo e scuro. Farsi un giro nel corteo e dialogare con i dimostranti è un autentico film pulp. Storie di sopraffazione, di precarietà, di violenze psicologiche, di licenziamenti facili, di disperati suicidi, di sindacati complici e corrotti.

Ma oggi è anche un giorno di speranza. Le voci del corteo chiedono riscatto, giustizia e pretendono conflitto. Sono con l’USB, ci dicono alcuni lavoratori, perché non è un sindacato come gli altri. La sua prima ragione d’essere non è, a differenza di Cgil Cisl e Uil, raccattare posti nei consigli d’amministrazione degli enti parastatali, né gestire fondi pensione o enti bilaterali col padronato e nemmeno implementare la propria ricchezza tramite patronati e centri d’assistenza fiscale. No, l’Usb vuole creare conflitto perché è ciò di cui il paese ha bisogno, perché giunti ormai al settimo anno di crisi non si può continuare a traccheggiare. Bisogna lottare ricercando tra i lavoratori la più ampia unità possibile. solo uniti si vince.

Giunti a Piazza della Borsa al corteo sindacale si unisce il corteo degli studenti partito invece da Piazza del Gesù. Le facce giovani degli studenti danno nuova linfa alla manifestazione che va a concludersi davanti al Palazzo della Regione Campania.  Qui è tutto un gridare contro il governatore Caldoro e la sua giunta di inquisiti. Giunta che ha raggiunto il pareggio di bilancio con tagli enormi alla sanità regionale. Nella regione con il maggior numero di persone ammalate di tumore (al centro oncologico Pascal di Napoli è emergenza posti, troppe richieste impossibili da evadere) , nella regione con già bassissimi livelli qualitativi d’assistenza sanitaria. Un autentico crimine contro i cittadini campani.

Qui il corteo si scioglie ma alcuni gruppi di studenti organizzano un’assemblea pubblica in Piazza Plebiscito di fronte alla Prefettura.

In contemporanea con il corteo dei lavoratori e degli studenti, gruppi di giovani dei centri sociali irrompono al convegno di Piazza Dante “Youth on the Move” organizzato dall’università in sinergia con la Commissione europea.
Qui sono presenti, oltre a rappresentanti della commissione Ue e dell’università anche il sindaco sospeso De Magistris. I dimostranti chiedono un reale diritto allo studio e contestano i tagli ai finanziamenti che l’Unione Europea ha previsto per la mobilità studentesca.

1na2Poi instancabili danno vita a un corteo non autorizzato per le vie del centro storico. Si dirigono così al chiostro di Santa Chiara prima e alla cappella di San Severo poi dove rivendicano accesso gratuito della cultura e dell’arte per giovani e studenti. Danno appuntamento al 7 novembre quando Renzi calerà ancora una volta a Napoli e poi al 14 dello stesso mese ,il giorno dello sciopero sociale e metropolitano convocato da diverse organizzazioni in tutto il paese.

Insomma con questi chiari di luna c’è da essere soddisfatti di una giornata così. Uno sciopero di questi tempi non è facile da organizzare e nemmeno un corteo durante un giorno lavorativo. Ma solo così può opportunamente rappresentarsi la realtà sociale. Chi al conflitto reale sostituisce la rappresentazione mediatica dello stesso non proclama scioperi generali ma passeggiate a Roma di sabato tra gli applausi dei media mainstream e qualcuno di quelli teoricamente ‘alternativi’.

Il renzismo d’altronde è un caterpillar che travolge tutto e non sopporta opposizioni se non, appunto, virtuali. La Cgil ( il 70% e oltre dei propri dirigenti è iscritto al PD) si appresta a diventare opposizione di regime calpestando ancora una volta la buona fede dei delegati e dei lavoratori che ancora credono alla lotta e alla giustizia sociale. Ma si tratta solo di un teatrino di pessimo gusto e fuori tempo massimo.

Ma questa è un’altra storia. Oggi possiamo (seppure moderatamente) sorridere. In questo paese un’opposizione sociale esiste. Va coltivata ed estesa. 

Leggi: Napoli. Lo sciopero generale blocca i bus dell’Anm

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