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Bologna: un corteo compatto e determinato

Uno sciopero che si annunciava non privo di difficoltà, quello di oggi. Tra le 20 e più città nelle quali si sono organizzate manifestazioni e mobilitazioni, a Bologna oltre un migliaio di lavoratori sono scesi in piazza oggi con l’USB e hanno attraversato la città in modo compatto e determinato.
In un momento in cui la crisi morde, e la politica divide i lavoratori dai disoccupati e dai precari, i giovani dai pensionati, gli italiani dai migranti, chi ha la casa e chi non ce l ha, chi ha un lavoro da chi non ce l’ha… oggi lo sciopero generale del sindacato di base ha sfilato in corteo unendo tutti i lavoratori, i disoccupati e i precari in un’unica istanza: mandare a casa questo governo e tutto ciò che esso rappresenta. Uno sciopero indetto contro il jobs act e le politiche  dettate dalla troika al governo Renzi sul lavoro e la pubblica amministrazione e contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego; per l’occupazione e in difesa dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori. Un no chiaro alla politica della Troika, alla macelleria sociale che questo governo mette in atto per difendere gli interessi di un Unione Europea che non ci rappresenta. Unire le lotte, per una nuova sfida sindacale, è stato il motto che ha accompagnato la nascita dell Unione Sindacale di Base. Oggi a Bologna le migliaia di persone che sono scese in piazza, bloccando il trasporto pubblico, i servizi pubblici, le scuole, e parte del lavoro privato ha dimostrato che questa sfida è possibile e praticabile con la lotta e con l unione dei lavoratori.

 
Il corteo, partito alle 9 di questa mattina da Piazza XX settembre, ha attraversato via Indipendenza e via Castiglione, sanzionando un agenzia interinale e la Deutche Bank come simbolo di rifiuto della precarizzazione della vita e della società, per finire davanti alla sede di Confindustria. Qui, un fantoccio costruito con la faccia di Renzi, su cui era stato appeso un cartello con su scritto “scemo” è stato lanciato contro la sede degli industriali italiani, accompagnato da una lettera di licenziamento indirizzata a Renzi. Una lettera, come richiamato dal megafono, simile a come quella che hanno ricevuto e stanno per ricevere molti lavoratori colpiti da questa crisi e che oggi non servono piu al capitale di questo Paese.

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