Mentre scriviamo sono ancora in corso gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine in assetto antisommossa nei pressi dell’aeroporto militare di Decimomannu, in Sardegna, iniziati quando i celerini hanno caricato a freddo i dimostranti che stavano scuotendo le reti di recinzione della base militare contro la quale si sono mobilitate oggi numerose realtà politiche e sociali dell’isola.
Circa 600 manifestanti, aderenti ai diversi partiti indipendentisti, ai gruppi pacifisti e antimilitaristi e a numerose realtà di sinistra si erano ritrovati questa mattina a Parco di Santa Greca, nella località a pochi chilometri da Cagliari, per poi raggiungere in corteo lungo la base militare rispondendo all’appello della rete “No basi né qui né altrove”.
Una volta arrivati in prossimità dell’aeroporto militare il corteo, dopo avere effettuato il giro attorno al perimetro della base, è stato aggredito dalle forze dell’ordine. I manifestanti si sono dispersi nei campi attorno all’aeroporto ma a lungo hanno continuato a protestare contro la militarizzazione dell’isola nonostante fossero inseguiti dagli agenti che tentavano di disperderli.
Obiettivo dell’iniziativa odierna, promossa da associazioni e movimenti: dire no alle basi militari in Sardegna e chiudere definitivamente l’aeroporto di Decimo mentre sembra che la mobilitazione abbia già ottenuto da parte dei comandi militari la rinuncia ad alcune importanti esercitazioni previste proprio a Decimomannu nel prossimo autunno.
Lunedì prossimo, informa la stampa locale, è già in programma a Cagliari un altro sit-in anti basi, nella piazza del Carmine. Nei mesi scorsi un altro corteo ha preso di mira il poligono militare di Teulada, sulla costa sud occidentale della Sardegna.
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