Un movimento dal basso, radicale e inclusivo, autonomo e partecipativo, che, raccogliendo oltre 1,4 milioni di firme nella scorsa primavera, ha saputo far irrompere nell’agenda politica del paese il tema dell’acqua, dei beni comuni, e della democrazia. Oggi sarà naturale la connessione fra la straordinaria esperienza del movimento per l’acqua e tutte le esperienze di conflittualità ambientale e di lotta per i diritti e per i beni comuni presenti in questo Paese. Prima fra tutte, quella contro il nucleare, a cui la tragedia di Fukushima restituisce la drammaticità dell’unica verità possibile: fermare le produzioni energetiche basate sul dominio e il disprezzo della vita e dell’ambiente, affermare un altro modello di energia e di società.
E altrettanto naturale sarà la connessione con le istanze della pace, che, ancora una volta, dovranno gridare l’indignazione per l’ennesima guerra – il cui unico risultato sarà quello di interrompere la primavera di democrazia dei popoli arabi – e chiedere a gran voce l’accoglienza di quanti, fuggendo, approdano sulle nostre coste. Non sarà tuttavia una semplice sommatoria di esperienze e di culture. Ciò che la sensibilizzazione collettiva ha messo in campo nel lavoro carsico e reticolare di questi anni è molto di più : le strade e le piazze di oggi diranno a voce alta come lo scontro sia tra la Borsa e la vita, ovvero tra il pilastro del modello liberista che vuol mettere a valore finanziario l’intera vita delle persone, privatizzando l’acqua e tutti i beni comuni, e le centinaia di migliaia di donne e uomini che vogliono riappropriarsi di ciò che a tutti appartiene, gestendolo in forma partecipativa e con la cura di chi guarda al domani. E soprattutto non sarà la piazza delle semplici resistenze, tanto dense di valore ideale quanto minoritarie nell’azione politica : oggi sarà il futuro a riempire la piazze e le strade della capitale, portando con sé l’indignazione consapevole del presente assieme allo sguardo fiero e sereno del cambiamento possibile e in corso.
Perché da domani comincia una tappa decisiva : ciò che oggi è già maggioranza culturale nel Paese può diventare maggioranza politica. I sì ai referendum del 12 e 13 giugno sono l’occasione per sconfiggere, per la prima volta dopo due decenni, le politiche liberiste con un voto popolare e democratico, che apra la strada alla ripubblicizzazione dell’acqua, ad un altro modello energetico, e ad un’uscita dalla crisi, basata sui diritti e sulla riappropriazione sociale dei beni comuni. Arrivarci comporterà un lavoro impegnativo ed entusiasmante, perché richiederà a tutte e tutti, compatibilmente con la propria vita quotidiana, di mettere in campo ogni energia possibile ed ogni sforzo necessario. Questa volta si vince senza deleghe. Ma sarà bello scoprire che solo la partecipazione è libertà.
* Attac Italia – Forum italiano dei movimenti per l’acqua
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