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Libia. L’Italia prova a sentirsi importante

Il due maggio a Roma si svolgerà una conferenza internazionale per discutere la situazione del conflitto in Libia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da Canale 5, sottolineando che la soluzione a cui la comunità internazionale sta lavorando prevede «un’uscita di scena» del colonnello libico, ha ribadito il ministro. «Ci sono certamente delle possibilità che noi stiamo esplorando – ha detto ancora – lo stanno facendo soprattutto le Nazioni Unite con l’Unione Africana e il due maggio, terremo a Roma una conferenza internazionale che sarà coordinata da noi proprio per affrontare questo terreno». Riguardo alla “lentezza” della missione militare Nato in Libia, Frattini ha ricordato come sia stato deciso con l’Onu di “non effettuare interventi militari di terra ma solo a protezione civili” con un intervento che ha “scongiurato un bagno di sangue» e quindi si è mostrato «assolutamente fondamentale”.

Il Governo italiano conferma che non parteciperà ai bombardamenti sulla Libia, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, incontrando il suo omologo statunitense, Robert Gates, nel colloquio di ieri al Pentagono. Da quando è iniziata la missione militare Unified Protector l’Italia ha messo a disposizione della Nato 12 velivoli dell’Aeronautica militare (Tornado, Eurofighter 2000 e AV-8B plus) e quattro navi, oltre all’uso di sei basi militari.

Il Presidente del Consiglio Nazionale di Transizione libico, Mustafa Abdul Jalil, è oggi a Roma per un incontro ufficiale con il ministro degli Esteri Franco Frattini, con il Presidente Napolitano (sponsor dell’intervento militare Nato in Libia) e con il premier Berlusconi.
Jalil sarà ricevuto da Napolitano al Quirinale in mattinata, dopo la conferenza stampa al termine dell’incontro con Frattini. Berlusconi, invece, dovrebbe ricevere il Presidente del Consiglio Nazionale di Transizione libico, a palazzo Chigi intorno alle 16. In agenda c’è anche un pranzo nella sede trasteverina della Comunita’ di Sant’Egidio, organismo della “diplomazia ombra” del Vaticano e del governo che in questi mesi ha favorito i contatti fra la diplomazia italiana, il Cnt e altre componenti della societa’ libica.

Il governo libico intanto ha accettato di permettere l’ingresso di aiuti umanitari a Misurata, la città in mano ai ribelli ma assediata dalle forze leali a Gheddafi. Lo ha annunciato un portavoce dell’ufficio per il coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite. Il piano Onu prevede l’invio immediato di una squadra per valutare la situazione e decidere come affrontare l’emergenza. L’accordo è stato raggiunto con Tripoli da Valerie Amos, vice segretario generale dell’Onu per gli Affari Umanitari, che si è recata in missione nella capitale libica.

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