La Nato ha bombardato ripetutamente questa notte infrastrutture di comunicazione e il quartiere generale della 32/ma Brigata, situata a 10 chilometri a sud di Tripoli. Lo comunica il bollettino militare della Nato confermando le notizie provenienti da Tripoli. La versione ufficiale ripete come un mantra tutti i luoghi comuni diffusi in queste settimane: “La Nato continuerà la sua campagna per indebolire le forze del regime di Gheddafi che sono impegnate a continuare gli attacchi contro i civili”, ha assicurato il generale canadese Charles Bouchard, comandante della missione Nato in Libia “Unified Protector”.
Anche l’agenzia libica ufficiale Jana ha confermato i raid della Nato, definendoli opera “degli aggressori colonialisti e crociati”. La Jana ha parlato, come la tv al Jamairiya, di bombardamenti sulla capitale Tripoli, su Sirte e al Aziziya, quest’ultima già bombardata nella giornata di ieri. Si tratta di città lontane dalla “linea dei combattimenti” e dalla conseguente “emergenza umanitaria per i civili”.
Ma per i ribelli del CNT di Bengasi questi bombardamenti anche nelle città libiche in luoghi assai lontani dal fronte, non sono sufficienti sufficienti per “proteggere i civili”. Il responsabile esteri del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, Ali Al Isawi, al termine dell’incontro che ha avuto con il ministro Frattini, insieme al presidente del Cnt, Mustafa Jalil ha affermato che “Contiamo molto sul ruolo dell’Italia e sulla partecipazione allargata da parte dell’Italia nel fornire sostegno al Cnt, specialmente per la protezione dei civili”. civili che sarebbero poi i miliziani armati del CNT che si trovano in seria difficoltà sul piano militare. Sulla prospettiva di una fornitura di armi e mezzi militari o di altri strumenti per l’autodifesa Al Isawi ha poi aggiunto di auspicare un ruolo dell’Italia per trovare una soluzione, in vista della riunione del Gruppo di contatto sulla Libia che si terrà il 2 maggio a Roma.
In compenso i due dirigenti del CNT hanno assicurato che continueranno la linea dura contro i flussi migratori già prevista dal Trattato Italia-Libia siglato da Gheddafi con il governo italiano. Jalil ha parlato il linguaggio che faraà felici i leghisti di casa nostra affermando che “Il 40% dei delitti vengono commessi da africani sfollati provenienti dal Sud allo scopo di arrivare in Europa. Opereremo insieme per chiudere i nostri confini a questi flussi di africani sfruttati da Gheddafi per colpire i nostri figli”. “Non accetteremo queste persone in futuro”, anche perchè – ha affermato Jalil – “forse ne soffriamo più di voi perchè abbiamo più difficoltà economiche a ricevere gli immigrati. Parole che faranno felice Bossi, Maroni e Borghezio.
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