“Tre decessi in un mese nel carcere di Viterbo sono una media altissima che ci preoccupa molto” ha commentato il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, intervenuto a seguito della morte all’interno del carcere viterbese di Mammagialla di Luigi Fallico, prigioniero politico accusato di essere un militante delle BR.
Il 18 aprile scorso nello stesso carcere era morto un senegalese di 30 anni, Dioune Sergigme Shoiibou che poco prima di essere arrestato era stato operato alla testa per asportare un ematoma dal cervello e, per questo, era in cella pur essendo privo di parte della calotta cranica. Dieci giorni fa un agente di polizia penitenziaria si era tolto la vita sparandosi nello spogliatoio del carcere poco prima di prendere servizio.
Nel carcere di Viterbo, l’anno scorso morì per “cause naturali” Agostino G., detenuto di 35 anni. L’ultimo suicidio era avvenuto il 20 aprile 2009, con la morte per impiccagione del 57enne Antonino Saladino. Il 2008 fu l’anno più “nero” del carcere di “Mammagialla”, con 3 suicidi ed 1 morte per cause “da accertare”.
Giovedì scorso 19 maggio Gigi Fallico, che fino a qualche settimana fa godeva di ottima salute, aveva accusato problemi cardiaci ed ipertensione, soprattutto aveva denunciato un forte dolore al petto ed era stato visitato in infermeria, dove gli erano state somministrate però solo una tachipirina ed un semplice diuretico e rimandato in cella.
Luigi Fallico era in attesa di giudizio, accusato di banda armata finalizzata all’associazione sovversiva nell’ambito dell’inchiesta sulle Nuove Brigate Rosse. Arrestato l’11 giugno 2009 era stato trasferito al carcere di Catanzaro, e il 14 settembre 2010 era stato invece trasferito a Viterbo perché il processo a suo carico si stava celebrando presso la Corte d’Assise di Roma rivelando una inchiesta caratterizzata da un forte spirito punitivo e piena di contraddizioni. Sabato mattina i compagni e gli amici che l’hanno conosciuto testimonieranno che la mrte di Gigi in carcere non è una questione che può essere lasciata cadere nel silenzio.
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