Per non morire di rifiuti è il nome di un importante Convegno pubblico organizzato a Napoli, lo scorso Lunedì 6 giugno, dall’USB della Campania e dal Comitato di Difesa della Ricerca Pubblica.
Una iniziativa di discussione e confronto arricchita dal contributo scientifico di ricercatori, medici e scienziati dal calibro di Giuseppe Comella, dell’Istituto Nazionale Tumori, di Antonio Giordano, dell’Università di Siena e del Centro di Medicina Molecolare di Philadelfia, di Antonio Marfella dell’Ospedale Pascale di Napoli, di Franco Ortolani del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università di Napoli e di Massimo Morigi dell’Associazione Medici per l’Ambiente.
Un dibattito di alta qualità che si è saputo correlare con gli interventi di attivisti e rappresentanti di movimenti e comitati di lotta (Chiaiano, Napoli/Est, Terzigno, Sant’Arcangelo Trimonti, Pianura) che, da tempo, si mobilitano nell’area metropolitana napoletana e nell’intera Campania contro la devastazione ambientale dei territori. Un confronto che, per la prima volta, ha visto intervenire, per la prima volta in questo tipo di Convegni, le rappresentanza sindacali dei lavoratori addetti al settore dell’igiene ambientale collocati nei Consorzi di Bacino.
E’ risultato evidente dalle modalità di svolgimento e dalla riuscita partecipazione al Convegno l’obiettivo di tale incontro non è stato unicamente quello di fornire una solida informazione circa i rilevanti danni all’ecosistema e alla salute delle popolazioni.
Attraverso questo appuntamento l’USB di Napoli e dell’intera Campania ha inteso rilanciare, ancora una volta, anche ai nuovi amministratori cittadini, la sfida politica per tentare di risolvere una Emergenza/Rifiuti la quale – fino ad ora – si è scaricata, in gran parte, sulla pelle e nelle tasche dei lavoratori e dei ceti popolari della società.
Infatti – proprio in queste ore – il rapporto annuale sulle ecomafie, stilato da Lega Ambiente, conferma la Campania maglia nera nell’ambito dei molteplici dispositivi di devastazione e di autentico stupro del territorio. Una manomissione che vede attori attivi, spesso in sinergia tra loro, pezzi del sistema economico e finanziario, amministratori locali e settori della grande criminalità organizzata.
Si tratta – dunque – anche attraverso appuntamenti come quello organizzato dall’USB della Campania di rilanciare una riqualificata mobilitazione politica e sociale contro l’intero arco delle questioni e delle contraddizioni che afferiscono all’universo del “problema/Rifiuti”.
Un protagonismo, vieppiù necessario, alla luce dell’allarmante quadro tracciato dagli studiosi intervenuti alla discussione, dai drastici tagli alla ricerca pubblica, decisi dal Governo nazionale, e dall’incombente pericolo di totale privatizzazione del sapere.
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